Una madre di origine sudamericana è stata condannata dal Tribunale di Forlì a due anni e sei mesi di reclusione per sottrazione di minore. La donna è accusata di essersi trasferita in Spagna con il figlio, oggi dodicenne, impedendo di fatto ogni contatto con il padre dal 2018.

La vicenda giudiziaria affonda le radici nella complessa separazione della coppia. In seguito alla rottura, la donna era tornata nel suo paese d’origine con il bambino, con l’accordo di rientrare in Italia dopo un anno. Tuttavia, dopo circa sette mesi, si è trasferita in Spagna, violando, secondo l’accusa, gli accordi sulla scolarizzazione e le visite del padre. Da quel momento, sei anni fa, l’uomo, residente a Forlì, non avrebbe più avuto la possibilità di vedere suo figlio.
Durante il processo è emersa la sofferenza del padre, a cui sarebbe stato negato per anni qualsiasi tipo di rapporto con il bambino. Per l’accusa, il trasferimento e la prolungata assenza, in violazione degli accordi, configurano il reato di sottrazione di minore, aggravato dal fatto che il ragazzo, data la giovane età, potrebbe non aver compreso pienamente di essere stato allontanato dalla figura paterna.
Di parere opposto la difesa, sostenuta dall’avvocato Fabrizio Ragni, secondo cui non sussistevano gli estremi per parlare di un allontanamento illecito. Il legale ha fatto riferimento a una precedente sentenza del Tribunale di Arona che avrebbe affidato la responsabilità genitoriale esclusivamente alla madre.
Lunedì scorso, al termine della camera di consiglio, il giudice Marco De Leva ha emesso la sentenza di condanna. L’avvocato difensore ha comunicato l’intenzione di attendere le motivazioni della sentenza per poi valutare un probabile ricorso in appello, definendo la decisione una sorpresa.












