Proseguono le indagini delle forze dell’ordine per chiarire le circostanze della tragica morte di Claudio Reggiani, avvenuta lunedì scorso nel cuore dell’area artigianale Tavollo. La vittima, un uomo di 64 anni originario di Pesaro, è precipitato da un lucernario situato a circa otto metri di altezza, all’interno di un capannone, trovando la morte sul colpo. La dinamica e le ragioni di quell’incredibile episodio sono ancora al vaglio degli investigatori, che stanno lavorando a tutto campo per ricostruire quanto accaduto.
L’autorità giudiziaria di Rimini ha aperto un fascicolo d’indagine senza escludere alcuna possibilità. Attualmente, gli inquirenti stanno ascoltando testimoni e analizzando ogni elemento raccolto sul luogo, alla ricerca di indizi che possano chiarire il motivo per cui Reggiani si trovasse in quella zona e a quella altezza. Le prime versioni avevano indicato che l’uomo fosse salito sul tetto con il compito di consegnare del cibo, ma non risultano ancora del tutto chiare le circostanze di questa azione né il motivo per il quale si fosse arrampicato in un luogo così pericoloso. È importante sottolineare che Reggiani non era un dipendente delle aziende che operano nell’area, il che solleva ulteriori interrogativi sul suo ruolo e sulle sue motivazioni.
Un elemento fondamentale per la ricostruzione sarà rappresentato dai risultati dell’autopsia, già disposta dalla procura. Questi esami potranno fornire indicazioni utili a comprendere se si sia trattato di un incidente, di un gesto volontario o se ci siano state altre cause che abbiano portato alla tragedia. La polizia e i sanitari stanno valutando tutte le ipotesi, anche quella di un possibile conflitto o di un incontro improvviso con altre persone sul tetto, che potrebbe aver avuto un ruolo nel tragico epilogo.
Le indagini sono ancora in fase iniziale e si concentra sulla raccolta di tutti gli elementi utili per fare chiarezza.