Cronaca. Uccide moglie e un figlio nel Beneventano, l’uomo ha confessato. Gravissima la figlia

Salvatore Ocone, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Elisa Polcino e il figlio di 15 anni e di aver ridotto in fin di vita la figlia 16enne nel Beneventano, ha ammesso le sue responsabilità durante l’interrogatorio della notte scorsa con il procuratore di Benevento, nella caserma dei carabinieri di Campobasso, dove era stato portato dopo essere stato fermato nelle campagne di Ferrazzano. Al termine dell’interrogatorio, durato circa un’ora e mezza, l’uomo è stato trasferito nel carcere di Campobasso con l’accusa di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona. Oggi in una conferenza stampa, il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò ha ricostruito la strage avvenuta a Paupisi, dichiarando che Ocone ha ucciso la moglie con una grossa pietra e ha colpito i figli in casa, poi li trascinati fino all’auto ed è fuggito. I carabinieri hanno trovato nell’abitazione della famiglia e vicino al punto dove era parcheggiata l’auto dell’uomo tracce di sangue. “Ci siamo resi conto subito che i ragazzi erano stati colpiti in casa – ha detto il comandante dei Carabinieri di Benevento, il colonnello Calandro – Di qui la fretta di trovare l’auto nel tentativo di salvare i figli”.

Procuratore: “Ocone ha confessato”

In mattinata il procuratore Scarfò aveva già confermato: “È stata data esecuzione ad un fermo da parte della Procura di Benevento nei confronti di questa persona per duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona. È stato sottoposto a interrogatorio e sui fatti ha reso confessione”. Il magistrato ha aggiunto: “Dobbiamo fare tutti gli approfondimenti, sulle motivazioni dobbiamo ancora investigare.

Figli colpiti subito dopo la madre

Ocone ha colpito i ragazzi subito dopo aver ucciso la moglie. Esclusa, quindi, l’ipotesi di un’aggressione durante la fuga da Paupisi a Ferrazzano, nelle campagne attorno a Campobasso, dove poi l’uomo è stato fermato dai carabinieri. Durante l’interrogatorio della notte scorsa era assistito da un avvocato d’ufficio. Mentre veniva interrogato, sua figlia è stata trasferita in condizioni gravissime dal Cardarelli di Campobasso al Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia.

La figlia è stata operata, prognosi riservata

È stata operata e ora è monitorata in terapia intensiva al Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, la 16enne trovata in fin di vita nell’auto del padre, Salvatore Ocone. L’intervento chirurgico, eseguito durante la notte dall’equipe di neurochirurgia dell’Ircc per un grave trauma cranico, è durato diverse ore, come rende noto la direzione sanitaria del Neuromed, e la prognosi è riservata. Il prossimo bollettino medico arriverà in tarda mattinata. Le sue condizioni sono stazionarie e, al momento, non sarebbe in pericolo di vita.

La ricostruzione: cosa sappiamo

Secondo quanto emerso finora, Salvatore Ocone, 58enne di Paupisi (Benevento) ieri all’alba, tra le 5 e le 6, ha ucciso nel suo letto la moglie, Elisa Polcino di 49 anni, colpendola alla testa, mentre dormiva, con una grossa pietra. Poi si è accanito sulla figlia colpendola con lo stesso oggetto. “Per quanto riguarda come e dove ha colpito il ragazzo dobbiamo fare approfondimenti”, hanno detto gli investigatori. Poi ha trascinato i corpi dei figli nell’auto con la quale è scappato. Più tardi la suocera ha trovato il cadavere della donna ed è partita una vera e propria caccia all’uomo durata dodici ore. Il fuggitivo ha girovagato per ore. È stato rintracciato dopo essere stato avvistato dall’elicottero dei carabinieri a 70 km di distanza, nascosta in un uliveto a Ferrazzano, nella vicina provincia di Campobasso. Quando i carabinieri si sono avvicinati, Ocone non ha opposto resistenza e i militari hanno trovato il 15enne che era già morto e la figlia 16enne in fin di vita, ricoverata in ospedale in gravi condizioni: la ragazza ha riportato la frattura della teca cranica, ha perso molto sangue. L’uomo, secondo chi lo conosceva, era stato in passato colpito dalla depressione.

Ocone: “Mia moglie era aggressiva e autoritaria”

Agli inquirenti Ocone ha detto: “Mia moglie era aggressiva e autoritaria”, rispondendo alla domanda sul perché l’abbia uccisa. Gli investigatori in una conferenza stampa, parlando dei problemi di salute dell’uomo, hanno confermato che Ocone era stato curato per una psicosi cronica e nel 2011 era stato sottoposto ad un Tso. “Dopo questo episodio non ce ne sono stati altri” hanno detto. Il procuratore dice che è “certo che il soggetto abbia un vissuto psichiatrico, ce l’ha, c’è una diagnosi che lui ha avuto da parte di un medico, con riferimento a psicosi. Per il resto non abbiamo nessuna prova – sottolinea – nessun elemento di segnalazione, men che meno precedenti penali, che riguardano questa famiglia e non c’è un vissuto di violenza”.

Sky tg24