Cronaca. Valmarecchia, fine di un incubo giudiziario: assolto meccanico 39enne, accuse di maltrattamenti inventate dalla moglie

Si è chiusa con un’assoluzione piena la complessa vicenda giudiziaria che vedeva imputato un 39enne meccanico residente in Alta Valmarecchia, secondo il Tribnale accusato ingiustamente dalla moglie di maltrattamenti, violenza privata, furto e molestie. Dopo anni di tensioni familiari, denunce e ribaltamenti in aula, il tribunale ha stabilito che il fatto non sussiste, restituendo dignità personale e professionale all’uomo, titolare di un’officina.

Tutto era iniziato il 14 febbraio 2020, quando un messaggio WhatsApp con cuori ed emoticon apparso sul cellulare della moglie aveva acceso i sospetti. Alla richiesta di spiegazioni, la donna prima aveva attribuito il messaggio a un’amica, poi aveva parlato di un presunto stalker. Usando il telefono della consorte, il marito aveva però scoperto la verità: si trattava di un amante, un uomo anziano. Da quel momento la relazione era naufragata.

Il clima familiare si era rapidamente deteriorato: il marito aveva iniziato a soffrire di insonnia, vomito e disturbi ansiosi, affidandosi a un percorso psicologico. Dopo aver comunicato l’intenzione di separarsi con addebito, era emerso un ulteriore capitolo: la moglie cercava denaro dall’amante per “risarcire” il coniuge, chiedendo 20mila euro. Al rifiuto dell’uomo, segnalato dalle registrazioni delle telefonate, era scattata una denuncia per tentata estorsione che aveva trascinato entrambi i coniugi sotto inchiesta.

Il marito aveva scelto di patteggiare (con la difesa dell’avvocato Ghinelli), mentre la moglie aveva risarcito l’anziano chiudendo quel primo fronte. Ma nel 2022 l’amante aveva intentato una causa civile da 80mila euro, spingendo il meccanico a querelare l’ex coniuge per i danni morali e psicologici subiti. Nel dicembre dello stesso anno, la donna aveva cercato di reagire accusando il marito di maltrattamenti tra il 2019 e il 2022, parlando addirittura di aggressioni fisiche come una torsione all’alluce e un colpo al volto.

Le prove raccolte hanno però smontato ogni accusa. Gli avvocati Maurizio e Martina Ghinelli hanno evidenziato, attraverso chat WhatsApp, vocali e fotografie, che la coppia viveva sì un rapporto conflittuale, ma senza segni di violenza. Le immagini scattate a Numana, durante una vacanza a pochi giorni dal presunto episodio di percosse, mostravano un clima di serenità. Anche il referto medico relativo al piede aveva attestato che si trattava di un banale incidente domestico contro un mobile.

Il pubblico ministero Davide Ercolani, preso atto delle incongruenze, non ha ritenuto credibili i racconti della donna. Martedì scorso, il processo in rito abbreviato si è concluso con l’assoluzione del meccanico: il giudice ha confermato che i fatti denunciati non avevano alcun fondamento, cancellando accuse che hanno segnato duramente la sua reputazione e la sua vita privata.