Crypto e Crypto-Asset: Enrico Rubboli, “padre” di Mintlayer, spiega la DeFi e le grandi potenzialità di San Marino

Enrico Rubboli, patron di Mintlayer

L’idea di puntare sulla nuova finanza decentralizzata, concretizzata nel 2019 con un intervento legislativo ad hoc che innalza il Titano fra i pochi Paesi europei che fin da ora regolamentano con estrema attenzione il settore delle crypto-valute e dei crypto-asset, rappresenta un potenziale enorme per lo sviluppo economico di San Marino, perchè al di là del gettito per le casse pubbliche determinato da un potenziale “giro” di miliardi e miliardi di dollari, determinerebbe una ricaduta importantissima sia in termini di evoluzione tecnologica e di innovazione, che sull’intero “ecosistema” sammarinese, a cominciare dalle banche che, una volta ben integrate con il sistema, rivestirebbero un ruolo chiave arrivando ad una raccolta fino ad oggi inimmaginabile.

E’ questo, in estrema sintesi, uno degli aspetti più interessanti emersi dalle parole di Enrico Rubboli, cervese, in carriera riferimento di grandi aziende per le sue competenze in materia di sviluppo software, oggi “padre” della RBB di Dogana, creata per concretizzare il progetto Mintlayer, una blockchain tutta “made in San Marino” capace già di diventare partner di realtà estere quanto mai autorevoli e prestigiose, affermate non solo nel mondo della DeFi. Per citarne una: Crédit Agricole, attraverso una azienda da essa partecipata.

Il curriculum professionale e tecnico di Rubboli è quanto mai eloquente. Esperto di sviluppo software ha prima contribuito -lavorando in Italia con la multinazionale TUI- a sviluppare il primo software capace di collegare ben tremila agenzie di viaggi ad un sistema di booking che integrava anche le compagne low-cost. Una sorta di rivoluzione nel turismo a medio raggio, reso alla portata di tutte, o quasi, le tasche.

Terminato lo sviluppo di quel progetto, il “padre” di Mintlayer si è trasferito a Londra dove ha iniziato a sviluppare, quando il settore era ai suoi albori, piattaforme per il “forex” e, poi, con la società ELC che ha sede a Portland, in Oregon (USA), software per clienti come, per citarne alcuni, Google, Food Network, Intel, Sony

Due, comunque, i progetti di cui sembra andare più fiero: quelli per Mc Millan, progetti tecnologici rivolti al settore scientifico; e quelli per Tether e Bitfinex, rispettabilmente la stable-coin più “anziana” ancora oggi capitalizzata con 67 miliardi di dollari e il sito di scambio di criptovalute fra i più importanti dell’epoca.

Poi, ecco, finalmente, dopo un anno abbondante di riflessione, la primavera del 2019 con la relativa salita sul Titano, la creazione di RBB a Dogana e l’avvio della concretizzazione del progetto Mintlayer

Dott. Rubboli, perchè per creare il suo ambizioso progetto DeFi hai scelto San Marino?

“Era la fine dell’inverno 2019 e, con mia moglie e mia figlia, ero in vacanza a Tenerife. Quasi per caso lessi su un giornale che la Repubblica di San Marino aveva in progetto di regolamentare in maniera innovativa, garantista ed efficace la nuova finanza decentralizzata, ovvero le crypto e i relativi asset”.

Quindi il fatto che un Paese regolamentasse il settore le ha dato l’idea di “buttarsi” nel progetto Mintlayer?

“No. Pensavo da tempo di creare una sidechain di Bitcoin. Vede, contribuii direttamente, nella mia attività professionale, a sviluppare il progetto Tether, che nacque su omni, un protocollo che girava su Bitcoin per poi, per esigenze tecniche, trovarsi costretta ad abbandonare Bitcoin ripiegando su Etherum. Mintlayer nasce dall’idea di individuare una nuova soluzione tecnologica che potesse permettere ad altre realtà di poter funzionare su una piattaforma compatibile alla tecnologia Bitcoin…”

Deduco che quanto non fu possibile fare con Theter e Bitfinex sia oggi possibile con la “piattaforma”, blockchain tutta sammarinese Mintlayer…

“Sì… Mintlayer può far funzionare le altre realtà su Bitcoin”.

Non mi ha spiegato perchè per questo suo progetto ha scelto San Marino…

“Leggendo quel giornale mi sono detto: visto che queste delicate attività, a San Marino, sono regolamentate con una normativa innovativa e ben fatta, perchè non tentare di concretizzare il mio progetto DeFi a San Marino? E, oggi, con il senno di poi, viste anche le distorsioni che balzano alla ribalta delle cronache generaliste in questi ultimi mesi, che danneggiano indirettamente tutti gli operatori seri e ‘minacciano” l’immagine dei progetti validi ed eticamente corretti, sono felice di aver fatto questa scelta, anche se in un Paese con una regolamentazione diversa o meno garantista e attenta tutto sarebbe stato più semplice. Oggi, però, l’essere in un Paese dove il settore è seriamente regolamentato è un importante valore aggiunto”.

Ritiene la normativa sammarinese perfetta?

“La ritengo molto valida… La perfezione purtroppo è impossibile. Ma è un intervento legislativo molto ben fatto e lungimirante, oltre che in grado di garantire trasparenza combattendo efficacemente eventuali fenomeni distorsivi. Poi, ovviamente, tutto può svilupparsi nel tempo e migliorare o adeguarsi a nuove esigenze”.

Ad esempio, cosa migliorerebbe fin da ora?

“Non me ne voglia nessuno, ma critiche costruttive sono sempre preziose. Nella normativa andrebbe definito, scendendo più nel dettaglio, l’aspetto fiscale, perchè appare un po’ ‘fumosa’ e aperta a diverse interpretazioni, quindi non estremamente chiara. Per il resto, ripeto, è un’ottima legge, che permette agli imprenditori seri di varare dei progetti innovativi, sostenibili e validi”.

Al di là della legislazione, come ha trovato il sistema San Marino? Pronto per essere una sorta di “Terra Promessa” per gli imprenditori della finanza decentralizzata che sarà secondo tutti il futuro, neppure troppo remoto?

“Nel complesso buono. Ma anche qui con una criticità, peraltro molto importante. Infatti, quello che secondo me oggi manca è un sistema bancario capace di rispondere alle esigenze di attività come quelle di RBB e di progetti come Mintlayer. Attualmente le banche sono quasi spaventate da queste attività finanziarie così innovative che, invece, rappresentano, soprattutto per esse, una grande opportunità di guadagno e sviluppo. E’ basilare conferire alle banche gli strumenti per poter operare con tranquillità con le attività che ci sono e che potrebbero nascere anche in numero importante sul Titano. Se non superiamo questo ‘gap’ lo sviluppo sammarinese del settore DeFi potrebbe risentirne pesantemente”.

Lo ho spiegato -o meglio ho tentato di farlo- più volte su queste pagine elettroniche, ma forse lei può essere più efficace di me nel far comprendere anche ai “profani” cosa è e cosa fa Mintlayer…

“Crede? Ci provo… Possiamo spiegare Mintlayer dicendo che è una infrastruttura che permette di fare due cose: emettere e gestire quelli che la legislazione sammarinese definisce token di investimento e token di utilizzo, oltre che le stable-coin; la seconda è programmarli conferendogli precise caratteristiche e funzionalità”

Quindi Mintlayer è una infrastruttura, una sorta di piattaforma. E’ chiarissimo. Ma mi spieghi meglio, iniziando dai token…

“I token regolamentati a San Marino sono di due tipi: di investimento e di utilizzo. Soggetti terzi, sia da San Marino che da tutto il mondo (sempre nel rispetto delle normative locali vigenti), possono utilizzare l’infrastruttura Mintlayer per emetterli e proporli all’utenza che potrà scambiarli o utilizzarli. La caratteristica della DeFi è che ciò avviene senza intermediari e, grazie alla regolamentazione, in maniera trasparente e sicura…”.

Mi faccia un esempio…

“Vede, tra gli strumenti che Mintlayer mette a disposizione di chi effettua l’emissione dei token ci sono le ACL, che permettono di imporre delle regole negli scambi dei token stessi, permettendo a chi effettua l’emissione di ottemperare alle varie normative dei vari paesi, compresa l’ottemperanza con tutte norme antiriciclaggio. Ovviamente ogni paese ha le sue regole, ma le linee guida del Gafi sono solitamente recepite in ogni giurisdizione e ciò permette al sistema Mintlayer di essere adeguato per permettere, nel rispetto delle diverse normative, di operare, come già spiegato, da ogni paese”.

“Poi -aggiunge Rubboli- c’è l’aspetto trasparenza. Ogni utente può, in ogni momento, verificare ogni condizione, ad esempio, può vedere sempre quanti token sono stati emessi, se c’è un grosso investitore che ne ha tanti e quindi potrebbe alterare il mercato, se c’è distribuzione uniforme… E ciò grazie all’ente di vigilanza… Aspetto, questo, che nella finanza tradizionale non è possibile, mentre nella blockchain, in Mintlayer è tutto trasparente e alla portata di tutti”.

La seconda funzione, mi diceva, è quella di poterli programmare. Cioè?

“Immagini di avere una una banconota. E’ quella, non puoi programmarla e non puoi inserirgli nessuna funzione o specificità. I token, invece, possono essere programmati perchè sono vincolati ad un accordo e i termini di quell’accordo diventano peculiarità, funzioni, specificità del singolo token. L’accordo vincolante fra le parti non resta un ‘pezzetto di carta’, ma i suoi termini diventano specificità imposte tramite software. Sono quindi ineludibili e questo rappresenta una garanzia per tutte le parti. In pratica non hai bisogno di fidarti un terzo, di un garante, ma questa garanzia la dà direttamente il software”.

Cosa può dare lo sviluppo della DeFi a San Marino?

“Tantissimo… Il fatto che ci sia una regolamentazione attenta e capace riesce ad ‘affascinare’ gli imprenditori seri del settore e fa sì che possano nascere o trasferirsi in Repubblica tantissime attività che andrebbero ad affiancare Mintlayer, anche grandi. Specie dopo le ultime vicende che hanno portato alla luce gravi distorsioni, le aziende devono poter contare su un ente certificatore e una vigilanza attenta, perchè da ciò dipende la sicurezza che potranno trasmettere all’utenza. Sul Titano è regolamentata l’emissione e grazie a San Marino Innovation è sempre tutto trasparente. Pensi che, fino ad ora, in altre realtà, non è dato a sapere neppure chi certi token li abbia emessi e né se l’iniziativa abbia le necessarie coperture economiche… Alla luce di ciò è facile capire che operare in un sistema ben regolamentato diviene indispensabile per ogni realtà seria”.

Si potrebbe restare a parlare ore… Torneremo a farlo nei prossimi giorni?

“Certamente…”

Mi dica un’ultima cosa: tornerebbe ad investire e a vivere a San Marino?

“Assolutamente sì. E’ un Paese bellissimo, con una qualità della vita che poche altre realtà possono vantare…” (continua…)

Enrico Lazzari