Secondo quanto riporta l’Ansa infatti, in data 28 Dicembre 2010, il cassiere che contò i 597mila e 260 euro euro della prima tranche raccontò ai giudici che Il direttore generale del credito sammarinese, Vendemini, consegnò un “trolley di misura media all’interno del quale vi era del denaro in contante credo di tutti i tagli. I soldi erano stipati, accartocciati, puzzavano di muffa ed erano racchiuse in mazzette con elastici ma non con senso logico. Proprio per le cattive condizioni in cui erano le banconote ho impiegato molto tempo per contare tutto il denaro”. Affermazione che lascia quindi intendere che non erano di sicuro conservati in qualche banca.
Il 3 gennaio 2011, con le stesse modalità, gli fu data una sacca sportiva con altri 700mila euro. “Il denaro si trovava nelle stesse condizioni critiche e maleodoranti dell’altra volta’‘ commenta il cassiere.
E una volta arrivati a San Marino, i sistemi antiriciclaggio non avrebbero funzionato tempestivamente tanto che la segnalazione alle autorità sarebbe arrivata solo dopo che Barbieri era stato ucciso in Italia.