SAN MARINO 13 APRILE 2011 –Da gennaio ad oggi 66 le aziende che hanno licenziato 150 dipendenti. Una emorragia di posti di lavoro causata più dalla presenza di San Marino nella black-list che dalla crisi internazionale, in buona parte in via di superamento..
“Negli incontri previsti dalla legge per affrontare le motivazioni delle crisi aziendali – spiega la Federazione Industria della CSU – la storia è quasi sempre la stessa: siamo costretti a licenziare a causa del blocco di rapporti tra Italia e San Marino, blocco che ha inserito la nostra economia nella lista nera, interrompendo così i rapporti con clienti e fornitori”.
A confermare questa tendenza, continua la FLI-CSU, sono i casi di alcune grandi aziende che aprono di punto in bianco le procedure di riduzione del personale senza avere fatto neppure un’ora di cassa integrazione e con fatturati fino allo scorso anno in attivo: “Un fenomeno preoccupante, che tra l’altro si sta allargando anche al personale impiegatizio: è la testimonianza che ormai la crisi di mercato sta pesando molto meno della crisi diplomatica”.
Licenziamenti da black-list, insomma. “Se imprese sane licenziano senza ricorrere alla cassa integrazione – insiste la Federazione Lavoratori Industria – è un chiaro segnale di sfiducia verso il sistema Paese, con il forte rischio che ai licenziamenti segua le decisione di spostare la produzione oltre il confine. In questi giorni hanno presentato la richiesta di riduzione del personale la Viv Decoral, 17 dipendenti su 45, mentre laBusiness & Holidays, 12 dipendenti , dopo 20 anni di attività ha deciso di chiudere i battenti. In poche parole, una fuga dal decreto incentivi e dalla black-list”.