Da Coppi – Bartali a Frazier – Alì. Quando la rivalità diventa leggenda

COPPI-BARTALICHISSÀ, magari finiranno anche loro in un film di Hollywood, sebbene nelle Americhe la MotoGp non sia granché considerata. Del resto, è già capitato a Niki Lauda e al compianto James Hunt: protagonisti di un rovente (in tutti i sensi, l’austriaco della Ferrari andò a fuoco sul circuito del Nurburgring) duello nel 1976 per il titolo iridato della Formula Uno, a loro è stata dedicata la pellicola ‘Rush’ di Ron Howard. Successo di critica e pubblico, ma niente Oscar.
Insomma, l’esasperata rivalità tra Valentino Rossi e Marc Marquez, simboli di generazioni distinte e distanti, ha ormai varcato i confini del motociclismo. L’ossessione mediatica che ha accompagnato la collisione di Sepang è più di un indizio: è la prova di quanto e come l’italiano e lo spagnolo abbiano attizzato l’incendio della passione. In giro, ne parlano tutti. Sui social network, è un delirio. Prossimamente un bravo sceneggiatore si prenderà la briga di riscrivere la storia, deformando magari il contesto e reinterpretando dettagli e retroscena.

GLI INGREDIENTI per un piccolo capolavoro, volendo, ci sarebbero già tutti. La differenza di età. Il vecchio e il giovane alla resa dei conti. L’invidia inconfessabile. Il rancore che esplode all’improvviso. Un Dumas, il padre del Conte di Montecristo e dei Quattro Moschettieri, con questi due individui ci andrebbe a nozze…
È il carisma dei personaggi ad alimentare l’appetito dell’industria culturale, chiamiamola così. In Italia sono state girate, ad esempio, due fiction televisive incentrate sulla formidabile sfida che oppose i destini di Fausto Coppi e di Gino Bartali, eroi di un ciclismo epico che accompagnava la rinascita post bellica del Bel Paese. E per restare in tema di pedalate recentissimo è il film ‘The Program’, ricostruzione asciutta e spietata delle truffaldine imprese di Lance Armstrong (peccato che nemmeno un frammento sia dedicato alla tragedia di Marco Pantani, spinto sui sentieri della dissoluzione anche dalla differenza di trattamento tra lui e il Cow Boy a stelle e strisce).
Poi c’è il pugilato, una miniera per chi ama le storie vere. Norman Mailer ha scritto un libro fondamentale sul match in terra d’Africa, roba del 1974, tra Muhammad Alì e George Foreman, immaginandolo alla stregua di un Giudizio Universale tra due modi di vivere una sofferta, spesso fasulla integrazione nell’America dei padroni bianchi. Certamente Alì era perfetto per ricostruzioni che non si limitassero al semplice contesto del ring: premiatissimo è stato il documentario ‘Quando eravamo re’. E anche sulla sua rivalità con Joe Frazier, lo schiacciasassi di Filadelfia, sono state realizzate opere pregevoli.

A RENDERE speciali i dualismi, è la capacità di chi li vive in prima persona di renderli interessanti anche per quanti non hanno una attenzione specifica per una disciplina, per uno sport. In questo, Rossi e Marquez marciano dispettosamente a braccetto: hanno fatto centro, costringendo tutti, dalla massaia al pensionato di Voghera, dal ragazzino di Prato all’impiegato di Crevalcore, a porsi la domanda da film giallo, da thriller. Questa, appunto: ma come andrà a finire?