Da dove vengono i numeri

Per analizzare la portata dei femminicidi in Italia bisogna partire dai dati delle forze di polizia. L’ANSA si avvale della collaborazione del servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale (ufficio interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza) che – tra le altre cose – “effettua, anche attraverso l’estrapolazione di dati statistici, l’analisi di tutti gli episodi delittuosi che integrino fattispecie riconducibili alla violenza di genere”, come spiega Stefano Delfini, direttore del servizio analisi criminale.
I dati interforze vengono acquisiti dalla banca dati delle forze di polizia e poi confrontati con le informazioni che arrivano dai presidi territoriali di polizia di Stato e carabinieri.
“I dati relativi alla raccolta omicidi rivestono un carattere operativo in quanto suscettibili di variazione in relazione all’evolversi dell’attività di polizia e delle determinazioni dell’autorità giudiziaria – aggiunge Delfini -. Per questa ragione il servizio analisi criminale periodicamente provvede al loro confronto e aggiornamento con i dati del sistema di indagine. L’esame degli elementi informativi acquisiti, che permette di ricostruire la dinamica dell’evento, l’ambito in cui si è svolto il delitto e le eventuali relazioni di parentela o sentimentali che legavano i soggetti coinvolti, consente l’elaborazione del monitoraggio che viene pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno con cadenza settimanale. Per noi è importante ricostruire contesti e ambiti in cui si consumano questi reati, approfondendo soprattutto la relazione vittima/autore. Il nostro codice penale, infatti, è basato prevalentemente sulla figura dell’autore del reato, mentre per poter orientare il lavoro delle forze dell’ordine è  fondamentale avere delle informazioni anche sulla vittima: per evitare una vittimizzazione secondaria e per avere maggiori elementi sulla relazione con chi commette questo terribile delitto”.
La questione, evidenzia Delfini, “è  anche culturale e richiede un intervento ad ampio raggio nella società: penso alle famiglie, alla scuola, alle associazioni, ai centri antiviolenza. Nelle Forze di polizia sono stati fatti importanti investimenti sulla formazione dei giovani colleghi, ma anche verso operatori e specialisti  in prima linea per poter riconoscere la violenza di genere e poter intervenire in maniera appropriata”.


Fonte originale: Leggi ora la fonte