Mentre a San Marino si accendono le luci di Natale, il Congresso di Stato ha pensato bene di illuminare il futuro della Repubblica con un “fuoco d’artificio” legislativo che definire incosciente è un complimento: il Decreto-Legge n.154 del 18 dicembre 2025. Da italiano che osserva le vicende del Titano da una vita, sono rimasto basito. Ciò che si appresta a inscenare San Marino non è accoglienza: è un bando di concorso per il “Bengodi sammarinese”, un pacchetto “All-Inclusive” offerto sulla pelle dei cittadini.
C’è un punto che deve essere chiaro: soccorrere chi soffre è un dovere morale, ma permettere di lavorare significa far mettere radici. San Marino avrebbe il compito di fare la propria parte curando chi ha bisogno; lo accolga, lo assista e, una volta terminata l’emergenza o completate le cure, lo riaccompagni a casa. Invece, questo decreto trasforma il soccorso in insediamento. Dare l’accesso facilitato al lavoro e allo sport non è “aiuto d’emergenza”, è la costruzione di una nuova residenza permanente sotto falso nome. Perché, siamo onesti: una volta inserite nel tessuto lavorativo, queste persone non se ne andranno mai. È il preludio ai ricongiungimenti familiari di massa su un territorio che è una comunità minuscola, non un continente.
…Ma non vi ha insegnato niente la deriva riminese? Non vi ha insegnato niente Miramare? Non vi ha insegnato niente l’orrore del Bataclan o quello del 7 ottobre?
Perdipiù, il vero “capolavoro masochista” è il metodo. Perché questo provvedimento è stato calato dall’alto, quasi in segreto, come se si volesse nascondere qualcosa ai sammarinesi? Un Governo che agisce “sotto-sotto”, senza un confronto con la cittadinanza su un tema così delicato per la sicurezza e l’identità del Paese, dimostra una fragilità democratica preoccupante. Un passaggio pubblico avrebbe probabilmente evitato il varo di un decreto che la stragrande maggioranza dei cittadini — ne sono pressoché certo — non vuole in questi termini.
E qui passiamo alle cose serie, quelle che fanno tremare le vene ai polsi: la sicurezza. Il Governo si fida di un’autocertificazione in cui il richiedente dichiara di non aver soggiornato fuori dalla Palestina dopo il 7 ottobre 2023. Ci fidiamo della “parola d’onore” in un contesto dove — dati di Al Jazeera alla mano — il 60% dei palestinesi sostiene apertamente Hamas. Parliamo di un’organizzazione terroristica, non di un club di bocce. E il 60% di trenta individui sono 18 individui… 18 potenziali sostenitori di Hamas.
Affidiamo lo “screening” alla nostra Gendarmeria che, con tutto il rispetto, è abituata a gestire i litigi di vicinato o i furti ai bancomat, e ora dovrebbe improvvisarsi intelligence anti-terrore per scovare simpatizzanti dei tagliagole. È un’irresponsabilità palese. Si importano potenziali ammiratori del terrore, si garantisce loro burocrazia zero per trovare un posto di lavoro e gli si paga pure la palestra.
Questo decreto è il monumento alla vanità di una classe politica che vuole farsi bella nei salotti di Strasburgo o dell’ONU, mettendo sul piatto della bilancia la sicurezza dei sammarinesi. L’ospitalità è una virtù, ma la stupidità è un vizio.
Godetevi il vostro Natale “solidale”. Ma se domani la tenuta sociale del Titano dovesse scricchiolare, ricordatevi i nomi di chi ha firmato questo assegno in bianco al destino, ignorando il volere del popolo che dovrebbe rappresentare.
Buone feste… finché durano.
Enrico Lazzari













