Da grande voglio fare l’avvocato o il comunicatore” di Lorena Fanunza

I genitori li vorrebbero ingegneri o architetti, ma i neolaureati non ne vogliono sapere e sognano il palcoscenico del tribunale o dei media. É quanto emerge da uno studio elaborato dal CENISPES – Centro Italiano di Studi Politici Economici e Sociali per conto dell’università online Unisu che ha registrato un incremento del 6% degli aspiranti giuristi e un +4% di futuri comunicatori, rispetto all’anno precedente.

Il mestiere dell’avvocato risulta il più ambito, con il 28% di preferenze. Sono soprattutto le donne a desiderare una carriera in stile “Ally McBeal”, rappresentando il 63% di coloro che vogliono un futuro in campo giuridico.

Un altro settore molto affascinante, a detta degli universitari, è quello della comunicazione e della pubblicità. Ben il 25% dei giovani sogna di diventare giornalista, pubblicitario o addetto alla comunicazione aziendale, con una leggera prevalenza da parte degli uomini (52% del campione).

Ancora molto ambite risultano poi le professioni di medico o infermiere (18%) e insegnante (15%). In leggero calo, invece, l’appeal dell’attività di grafico e  designer che, anche se viene scelta dall’11% degli intervistati, quest’anno ha registrato un leggero calo (-2%). In netta diminuzione anche coloro che aspirano a diventare guida turistica o agente di viaggio (11%; -5% rispetto al 2008).

I desideri e i sogni dei giovani però non rispecchiano sempre le aspettative dei genitori. Ben il 38% degli studenti dichiara che la propria famiglia vorrebbe che essi puntassero ad una professione diversa da quella realmente ambita.

Secondo quest’indagine promossa dall’università online Unisu, ben il 22% dei ragazzi è consapevole del fatto che i genitori li preferirebbero ingegneri oppure architetti (18% dei casi). Il 14%, invece, dichiara che la propria  famiglia vorrebbe un figlio medico.

Tuttavia, solo il 7% ritiene che il dissenso dei propri genitori nelle scelte professionali possa portare a rinunciare alle ambizioni lavorative. I meno determinati sono gli uomini, che rappresentano il 68% di coloro che tenterebbero un’altra strada rispetto a quella dettata dall’aspirazione personale.

“Spesso i genitori desiderano per i propri figli un percorso professionale più sicuro e definito e questo può generare dei conflitti nella scelta della facoltà universitaria. Nella maggior parte dei casi i ragazzi seguono comunque le proprie aspirazioni, a meno che queste non siano difficilmente compatibili con la situazione dell’attuale mercato del lavoro” ha commentato Stefano Bandecchi, amministratore delegato dell’Unisu, università fornitrice di corsi online.

 

 

 

 

 

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Lorena Fanunza

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