La caccia è aperta ai ‘numerosi soggetti’ che risultano aver portato capitali nella Repubblica di San Marino senza aver adempiuto all’obbligo di dichiarare queste somme nella dichiarazione dei redditi, così come riportato dal Carlino.
E ovviamente è la Guardia di Finanza che è stata incaricata di scovare i cittadini italiani il cui nome è ‘fotografato’ in qualcosa come due milioni di assegni (racchiusi in blindatissimi dischetti) che la procura di Forlì ha sequestrato nel corso delle note inchieste che hanno riguardato Asset banca, la Cassa di Risparmio di San Marino. I titoli si trovavano in due istituti di credito con sede a Forlì che le Fiamme gialle definiscono con gergo tecnico ‘tramitanti’.
Le indagini hanno portato a individuare questi assegni emessi da banche italiane e incassati presso i due istituti del Titano i cui ultimi e unici beneficiari (persone fisiche, ditte individuali ed enti non commerciali) sono poi stati identificati. Al momento sono circa 143 per un importo complessivo di quasi 60 milioni di euro. Fra questi i riminesi sono una cinquantina, già tutti individuati e tutti nel mirino della Guardia di finanza di Rimini che presto chiederà loro conto di quelle operazioni sul Titano.