Via dal Titano un miliardo di euro. Questa somma potrebbe mettere in difficoltà la liquidità dello Stato

Schermata 2015-12-10 alle 08.49.36L’1,9 PER CENTO delle attività emerse con la voluntary disclosure provengono da San Marino: si tratta di una base imponibile di circa 1,1 miliardi di euro. È quanto emerge dai dati presentati dal Mef sulla procedura di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero dai contribuenti italiani. Complessivamente, il totale delle attività emerse è di 59,5 miliardi di euro per un gettito per l’erario di 3,8 miliardi al netto degli interessi. Le attività estere provengono per lo più dai seguenti Paesi: Svizzera (69,6%), Principato Di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e, appunto, San Marino (1,9%). Ma anche Liechtestein, Austria, Antigua e Barbuda, Panama, Dubai, Isole Vergini, Hong Kong. Sono 129.565 le istanze pervenute all’Agenzia delle Entrate alla mezzanotte del 30 novembre scorso. Ben 127.348 riguardano la disclosure internazionale, 1.507 quella nazionale, ossia la regolarizzazione di capitali detenuti in Italia ma non dichiarati, e 710 entrambe.
PRECISAMENTE 63.251 sono state presentate entro il 30 settembre e 66.314 dal 1 ottobre al 30 novembre, ultimo giorno per aderire alla procedura. Le istanze sono state inviate da contribuenti residenti in tutte le regioni italiane, dalle 63.580 della Lombardia alle 88 della Basilicata. Sul totale delle domande trasmesse, più di 28mila riguardano attività di importo complessivo tra 300mila e 3 milioni di euro; circa 23 mila sono relative a importi compresi tra 60mila e 150mila euro, mentre sono state presentate 326 istanze per la fascia più elevata, quella relativa ad attività di valore superiore a 15 milioni di euro.
PER IL VICE ministro dell’Economia, Luigi Casero, la voluntary disclosure rappresenta «una delle best practise applicate dal governo» e ha prodotto «un risultato positivo sia in termini economici che in termini di partecipazione». Vieri Ceriani, consigliere del ministro Padoan per le politiche fiscali, sottolinea soprattutto «il cambiamento epocale delle banche Svizzere».
Questa procedura di collaborazione volontaria, insiste Ceriani, è «una misura assolutamente nuova nel panorama italiano, è la prima volta che l’Italia si colloca nelle migliori pratiche raccomandate a livello internazionale». Decisamente soddisfatta Fabrizia Lapecorella, direttore del Dipartimento delle Finanze, che parla di «pilastro che ha rivoluzionato il rapporto tra fisco e contribuente». Il Resto del Carlino.