D’Alema Le contorsioni della nuova sinistra. Nuova? … di Sergio Pizzolante

Una volta D’Alema mi disse, all’orecchio, durante un dibattito che avevo organizzato su un libro di Cicchitto, sulla storia del PCI, molto critico con il PCI, sull’anomalia tutta italiana, di una sinistra a lungo dominata dal PCI e, in quanto tale, involuta, senza una via globalmente e unitariamente socialdemocratica e riformista… mi disse, più o meno…ma che dite? Ho da poco incontrato Gabriel, leader dei socialdemocratici tedeschi, il quale mi ha detto di essere sempre stato un ammiratore della FGCI, quando io ne ero il segretario….
Quindi l’anomalia, per lui, eravamo noi.
E infatti si è impegnato,molto, ad eliminarla.
Con ogni mezzo.
Adesso propone un nuovo partito di sinistra con l’anima del PCI: serietà, rigore, scuola, formazione dei quadri, ideologia, tessere, organizzazione di partito. Dice che le classi dirigenti politiche si formano nei partiti.
Alcune osservazioni, senza pregiudizi:
A) sono convinto che bisogna tornare ad investire sui partiti organizzati e democratici. Se i partiti, personali o aziendali, non contemplano la democrazia al proprio interno, non c’è democrazia, non ci sono classi dirigenti, cultura politica, democratica, di governo. Il disastro degli ultimi 30 anni. E lo spaventoso disastro degli ultimi 30 mesi. D’accordo D’Alema.
B)il fatto che oggi uno come D’Alema, 71 anni, sia diventato presidente dell’advisory board di Ernst e Young e consigliere del centro studi più importante del governo cinese, dimostra che il concetto di “rottamazione” è una stupidaggine, come tutto il nuovismo degli ultimi decenni. Che ci hanno portato alle Catalfo e alle De Micheli.
C’è del vero quindi in quel che D’Alema dice.
Però, però, la politica e la cultura democratica non possono rinascere sul proseguo di PCI, PDS, Ds, Pd. Dai, D’Alema, l’anomalia italiana è questa, l’equivoco, l’imbroglio, per alcuni aspetti. Non si può creare una sinistra liberale e riformista sulle radici che hanno prodotto una sinistra opposta.
L’anomalia italiana
O sulla ricerca di una nuova “religione ideologica”, perché è sui rami secchi, ideologici, che sono rimasti del PCI, nel Pd, che la sinistra è incagliata.
E che determinano la propria distanza dalla realtà.
E poi, dai, l’alleanza di “sinistra”, con i 5 stelle, che “sono di sinistra”, per un nuovo partito che rilanci la democrazia e la politica.
Dai, D’Alema, ancora le contorsioni dei furbi.
Dai.
Rilanciare la politica e la democrazia con chi è nato e ha vinto sul rifiuto, della politica, del Parlamento e della democrazia liberale?
Su chi ha investito tutto sul dominio del potere giudiziario su quello politico?
Si può?
Per D’Alema si.
Perché?
Perché è sopravvissuto il peggio del vecchio PCI( che indubbiamente è stato un grande partito). E delle sue involuzioni successive.
Il peggio è il pregiudizio morale, il moralismo, il giustizialismo, lo statalismo. La doppiezza.
Che effettivamente si è trasferito in buona parte dal PCI, PDS, nei 5 stelle.
Quindi l’alleanza o un nuovo partito della sinistra che si basi anche sull’assorbimento di tutto ciò, ha un suo senso logico. Nella logica dalemiana.
Ma, non è futuro. Caro D’Alema. È passato.
Il peggiore.