Il tempo è galantuomo: è la prima riflessione che ci viene dopo aver ascoltato per un giorno intero i risultati del lavoro della Commissione di inchiesta su Banca CIS. La relazione fa piena luce sulle vicende bancarie, finanziarie e politiche dell’ultima quindicina di anni. Governi caduti e creati per interesse di lobbies economiche, nomine strategiche fatte sulla scorta di interessi privati, servizi di controllo deviati, un giro vorticoso di soldi che ha generato solo debito, ma che evidentemente è andato a beneficio di qualcuno. Un pozzo senza fondo.
Altro che conto Mazzini! Altro che “ordinanze Morsiani”. Che quasi impallidiscono, tutte e tre, di fronte al disegno per l’occupazione del sistema finanziario della Repubblica.
La ricostruzione fatta dalla Commissione di inchiesta è puntigliosa, capillare, precisa. Nelle sue oltre 360 pagine (allegati compresi) viene ampiamente descritto un sistema bancario cresciuto in maniera abnorme, crollato sull’onda della crisi mondiale ma anche delle tante operazioni sbagliate; il caso particolare di Banca CIS; i legami contaminati con la politica e il tribunale. È inquietante toccare con mano come tutti i partiti (tranne Rete che ha solo sempre denunciato il malaffare ed è sempre stata perseguitata) abbiano avuto contatti equivoci con la “cricca”. Poi anche qui: c’è stato chi ha preso soldi e ci ha guadagnato, altri forse hanno appoggiato certe scelte solo per spirito di squadra, senza mai appellarsi allo spirito critico che, in certi casi, avrebbe salvato la Repubblica dal baratro.
Gli osservatori esterni che hanno seguito la cronaca politica di questi anni, che hanno letto libri, interventi e documenti politici, si sono trovati quasi spiazzati di fronte alla valanga di informazioni rimaste fino a questo momento riservate, o di fatti che per tanto tempo sono rimasti senza una logica spiegazione. Adesso ce l’hanno!
Il fantomatico Confuorti, più che mai vivo e vegeto, visto che ha condizionato le scelte politico finanziarie fino al 2019. Da qualche mese sembra sparito, ma non c’è da scommetterci.
L’ex direttore Daniele Guidi, dichiarato “strainnocente!” dopo appena tre giorni di arresti domiciliari in quanto colpito da “accuse evanescenti”. Del resto era lui che diceva di “avere il tribunale in mano”.
Il danno, la beffa e l’immoralità della “questione titoli”.
Il patron Grandoni, che organizzava feste quando i suoi pupilli arrivavano al governo.
Il giudice Buriani, che da quanto appare dalla relazione, era dedito alle pubblic relation e incaricato di aprire fascicoli, o chiuderli, a seconda delle necessità contingenti. E pensare che fino a ieri ha goduto di ampio sostegno da parte di certa politica e di certa stampa. Anche questo è piuttosto inquietante.
A proposito. Cosa scriveranno ora quegli operatori del settore che, stracciandosi la camicia, hanno sempre sostenuto a spada tratta: gli affari di Banca CIS e i suoi difensori in tribunale, i manovratori in Banca Centrale, le vallette bionde e strafirmatisse, i presunti investitori stranieri che volevano comprare la banca, i politici compiacenti, tutti impegnati a svuotare le finanze dello Stato? Cosa scriveranno adesso, visto che non possono più scagliare strali contro chi si opponeva al progetto ed era perciò un “nemico del Paese”, degno solo delle “manette” e delle veementi reprimende di ferratissimi editorialisti?
Nella relazione vengono descritte campagne elettorali lautamente pagate dal patron di Banca CIS: viene da chiedersi se la cosa è continuata, anche sotto altre forme.
La relazione è fondamentale per riscrivere la storia degli ultimi 15 anni, ma non è finita, perché come ha spiegato in aula consiliare il presidente, ci saranno altri sei mesi di lavoro per indagare sui dissesti di tutto il sistema bancario. Allora si avrà un quadro presumibilmente completo. Anche se nessuno ridarà ai sammarinesi i soldi persi, le occasioni mancate, le chances perdute. San Marino si ritrova con una “paccata” di debiti, con il tribunale bloccato, con un sistema paese arretrato, con un’immagine esterna assai deteriorata, politici compromessi con la cricca e personaggi senza scrupoli.
Sarebbe davvero “carino” se qualche esponente della passata maggioranza facesse ammenda, anche se ha solo spinto qualche bottone. Ma come dicevamo: il tempo è galantuomo!
a/f