DALLA CRISI ALLO SVILUPPO SEDUTA CONSIGLIO CONFEDERALE E DIRETTIVI DI FEDERAZIONE 10 MAGGIO 2010

Il Consiglio Confederale CDLS riunitosi congiuntamente ai Direttivi di Federazione, ha analizzato la difficile situazione in cui versa il Paese. Una crisi che attanaglia la Repubblica che si è sviluppata su un doppio binario: quello dell’economia, con il settore industriale più colpito, dovuta alla tempesta finanziaria internazionale, e quello del modello San Marino, evidenziato soprattutto dallo stallo delle relazioni bilaterali con la Repubblica italiana.
La preoccupante dinamica occupazionale in atto vede ancora le aziende manifatturiere ricorrere massicciamente alla cassa integrazione e ridurre il personale. Tuttavia i dati del primo trimestre 2010 indicano come il punto peggiore della crisi occupazionale sia stato superato: i disoccupati infatti sono diminuiti di 200 unità. Ciò significa che a fronte di imprese che riducono il personale altre assumono. I dati ovviamente sono ancora troppo parziali per parlare di inversione di tendenza, i veri indicatori saranno le rilevazioni di metà e fine anno.
Ma a preoccupare di più è l’incertezza nei rapporti con l‘Italia e la questione black-list in primis. Difficoltà legate a doppio filo con i grandi processi internazionali in risposta alla devastante crisi finanziaria ed economica che ha colpito le economie mondiali. E’ sotto gli occhi di tutti che la profonda recessione ha ridisegnato i confini  delle sovranità nazionali, processo per altro  già in atto in Europa  con l’avvento del mercato unico e dell’Euro. Gli  Stati Nazionali hanno da tempo ceduto compiti e funzioni per affrontare le sfide della globalizzazione. Il caso-limite è la Grecia, la cui politica fiscale ed economica non è decisa ad Atene, ma a Bruxelles e Washington.
E’ con questo scenario che San Marino deve confrontarsi. Di qui la necessità di abbandonare la retorica della sovranità come ricetta per risolvere i problemi o l’unica via di uscita dalle difficoltà. Più seriamente, per uscire dalla doppia crisi che ha colpito il Paese, va imboccata la strada maestra dell’allineamento alle regole della comunità internazionale. Insomma la scelta della trasparenza senza se e senza ma. Anche perché dobbiamo essere tutti consapevoli che per alcuni settori della nostra società la stagione degli arricchimenti facili è finita; se ne devono rendere conto in particolar modo quegli ordini professionali che non perdono occasione per intralciare la strada del cambiamento.
I nuovi pilastri su cui dovrà basarsi il sistema San Marino dovranno necessariamente essere quelli della legalità, dell’innovazione tecnologica, della tutela ambientale e dell’eccellenza.
Per il Consiglio Confederale CDLS è   urgente che i testi degli accordi bilaterali siano oggetto di confronto con il sindacato,  così come è necessario fare chiarezza sul bilancio dello Stato: conoscere la reale situazione dei conti pubblici è un punto fermo sia per costruire un credibile progetto di rilancio economico che per assicurare anche in futuro uno stato sociale efficiente a tutela dei cittadini.
La Legge sugli ammortizzatori sociali ha rappresentato un passo in avanti come misura anticrisi, ampliando la cassa integrazione a categorie finora scoperte e tutelando maggiormente chi ha perso definitivamente il posto di lavoro, legge peraltro approvata in Consiglio Grande e Generale con voto bipartisan. C’è però il problema della decorrenza degli effetti della legge. Infatti, sia per le politiche attive che per l’estensione di alcune tutele, gli effetti normativi entrano in vigore un anno dopo il via libera in Consiglio.
La recente proposta di Legge sulle “politiche attive del lavoro”, presentata per agevolare l’ingresso nel mercato occupazionale i lavoratori vittime della crisi e i giovani in cerca di prima occupazione, presenta almeno due punti deboli: sovraccarica di troppe competenze l’Ufficio del Lavoro, con il rischio di abbassarne l’efficacia operativa; allarga in maniera inaccettabile le maglie delle assunzioni a tempo determinato.
Rimane inoltre ancora irrisolto il nodo giudiziario relativo alle mancate  sanzioni sul il lavoro nero e al rischio prescrizione dei processi sugli infortuni del lavoro.

RIPARTIRE DA CONTRATTI, OCCUPAZIONE, PENSIONI, PER ROMPERE L’IMMOBILISMO E STRINGERE UN PATTO PER LO SVILUPPO.

· E’ alle porte una nuova stagione di rinnovi contrattuali,  mentre è ancora purtroppo aperta la vertenza del settore industria. E’ dunque forte il rischio che la contrattazione sia paralizzata dalla crisi che attraversa il Paese e dall’incertezza del sistema San Marino a livello internazionale. Per rispondere concretamente a questa emergenza e per dare risposte certe ai lavoratori, si propone  di creare per i prossimi due anni un meccanismo concertato che metta in sicurezza le retribuzioni, salvaguardando il potere d’acquisto dei salari
· La riforma previdenziale del 2005 va finalmente completata introducendo il secondo pilastro. Ma per non incidere sui redditi dei lavoratori vanno studiate forme di incremento del fondo previdenziale, senza escludere l’utilizzo dell’orario di lavoro. E’ necessario inoltre completare gli interventi sul primo pilastro (previsti dall’articolo 12) introducendo forme di garanzia per i lavoratori che perdono il posto di lavoro alle soglie della pensioni con oltre 40 di versamenti.
· Per fare fronte con maggiore efficacia alla disoccupazione, in particolare a quella giovanile, si propone di aprire un confronto fra tutte le forze sociali e imprenditoriali per ripensare la rete del collocamento anche con l’introduzione di strumenti completamente nuovi da realizzare e gestire tra sindacato e associazioni imprenditoriali.

Il Consiglio Confederale e i Direttivi CDLS ritengono infine necessario ridare slancio alla campagna Rompiamo l’Immobilismo partendo da una riflessione a tutto campo in un Attivo Generale dei Quadri CSU per definire i contenuti di una comune strategia quale contributo concreto al rilancio del Paese.

SAN MARINO, 10 MAGGIO 2010