Nuove direttive per la cooperazione amministrativa
Nell’Ecofin tenutosi ieri a Bruxelles i ministri economici europei hanno discusso un nuovo pacchetto di regole intese a rafforzare la governance economica nell’area Euro, con l’obiettivo di arginare i rischi derivanti dalla recente crisi dei debiti sovrani. Le proposte emerse nel dibattito mirano a rafforzare la disciplina di bilancio negli stati membri e ad allargare i confini del controllo europeo sulle politiche fiscali nazionali.
Il Consiglio ha inoltre adottato una direttiva rivolta a rafforzare la cooperazione amministrativa, mettendo i singoli stati nelle migliori condizioni per poter combattere le frodi fiscali, attraverso la mutua assistenza e l’automatico scambio di informazioni, al fine di poter procedere alla quantificazione delle tasse indebitamente sottratte alle autorità fiscali nazionali. Significativa, a tale riguardo, l’emanazione di una bozza di accordo con il Liechtenstein, reputato uno dei principali rifugi fiscali europei, che prevede l’impossibilità per la parte ricevente una richiesta di informazioni proveniente da un altro stato di rifiutare l’assistenza basandosi sull’unica motivazione che l’informazione richiesta è detenuta da una banca o da un’altra istituzione finanziaria. Questa bozza d’accordo potrebbe essere usata come base per futuri accordi con Andorra, Monaco e San Marino, in attesa del più atteso (e difficile) nuovo accordo con la Svizzera, riguardante la tassazione diretta ed indiretta.
Il Consiglio, inoltre, in linea con lo spirito e gli obiettivi del nuovo semestre europeo di bilancio, ha raggiunto delle conclusioni che forniscono agli stati un orientamento per affrontare le nuove sfide macroeconomiche e fiscali. Infine, conclusioni sono state adottate con riferimento al codice di condotta sulla tassazione societaria, avente l’obiettivo di eliminare fenomeni di competizione fiscale dannosa tra i vari stati membri.
Più nello specifico, quattro delle proposte complessive riguardano la riforma del patto di stabilità e crescita, con l’obiettivo di rafforzare la sorveglianza delle politiche fiscali ed applicare misure sanzionatorie contro gli stati inadempienti. A quest’ultimo riguardo, una delle maggiori novità riguarda l’introduzione della cosiddetta regola di maggioranza inversa, grazie alla quale il processo di adozione di una sanzione da parte della Commissione sarà più celere, poiché la proposta per la comminazione dell’ammenda potrà essere considerata adottata a meno che il Consiglio non la respinga con una maggioranza qualificata. Una più ampia enfasi verrà inoltre data ai criteri sul debito, contenuti nel patto di stabilità e crescita, in quanto agli stati membri il cui debito eccederà il 60% del PIL verrà richiesto di adottare provvedimenti per ridurre lo stock di debito ad un ammontare predefinito, anche nel caso in cui il deficit si trovi al di sotto della soglia critica del 3% del PIL.
Altre due proposte riguarderanno la gestione degli squilibri macroeconomici all’interno dell’Unione, grazie ad un allargamento della sorveglianza sulle politiche fiscali e all’introduzione di ammende nei confronti di quegli stati che si vengano a trovare in una posizione di squilibrio eccessivo. Novità importanti anche per la tassazione degli interessi sul risparmio. La nuova direttiva dovrebbe includere nella base tutte le forme di reddito da risparmio, così come tutti i prodotti che generano interessi o redditi equivalenti.
In sintesi, l’Ecofin di ieri ha fatto registrare decisi passi in avanti sulla questione delle regole fiscali e di bilancio. Regole quanto mai necessarie, poiché le istituzioni europee sono decise a non dover affrontare nuovamente altri casi Grecia e Irlanda, dove la mancanza di trasparenza dei conti e di un meccanismo di monitoraggio ex-ante delle politiche nazionali ha portato i due paesi molto vicini al default, con conseguenze drammatiche per l’intera economia dell’Unione. Tuttavia, nonostante vi sia unanimità tra i ministri in relazione agli obiettivi di stabilità e controllo delle politiche fiscali, discordanze emergono allorquando si discute dei meccanismi sanzionatori per i paesi che sforano i parametri fiscali.
A questo riguardo, il ministro Tremonti si è detto favorevole all’introduzione di nuovi parametri numerici sul debito ma contrario all’automaticità della sanzione in caso di sforamento. L’adozione definitiva delle modifiche al patto di stabilità dovrà passare ancora una volta per la contrattazione politica, in modo da poter raggiungere un buon equilibrio tra l’adozione di regole necessarie sul debito senza togliere eccessiva libertà agli stati membri nell’adozione di politiche fiscali nazionali.
L’Occidentale