Le anomalie più gravi riguardano documenti bancari che risultano spariti, cancellati o alterati.
I computer di BAC, in particolare registrano che la banca aveva ottenuto le visure della Società Mediaitalia Srl: l’impresa di Siri che è andata in fallimento, con una procedura giudiziaria durata dal 2007 al 2015, che ha provocato un’inchiesta penale per bancarotta fraudolenta. Questa informazione è stata omessa però nelle carte del mutuo. La banca registra il fallimento del politico solo il 17 ottobre 2018, il giorno dopo l’approvazione del prestito, quando Siri è divenuto un suo debitore (senza garanzie), aggiungendo solo allora che da ”Wikipedia emerge pena patteggiata per bancarotta fraudolenta” . Si tratta della condanna di Siri che era stata già rivelata pubblicamente da L’Espresso.
Quindi le autorità di vigilanza scoprono un altro rischio ignorato. In aprile l’AIF segnala agli ispettori della Banca Centrale che il ”signor Siri risulta indagato dalle Procure di Roma e Palermo per il reato di corruzione, con riferimento ad agevolazioni in favore di imprese considerate vicino all’imprenditore Vito Nicastri, che secondo gli investigatori avrebbe finanziato la latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro.”
E’ la famosa tangente di 30.000 euro che l’avvocato siciliano Paolo Arata, ex parlamentare siciliano di Forza Italia e socio occulto di Nicastri, avrebbe promesso al Segretario della Lega in cambio di un emendamento, per far incassare soldi pubblici al ”re dell’eolico” arrestato per mafia.
(…) L’Espresso