Il senatore Siri ha ottenuto dalla Banca Agricola e Commerciale un prestito di 750mila: un valore più alto del prezzo dell’immobile.
Dopo aver girato alla figlia i soldi per l’acquisto della palazzina, le tasse e tutte le altre spese, a conti fatti gli sono rimasti in tasca almeno 110mila euro.
Eppure la banca non gli ha chiesto nessuna garanzia né reale né personale, come annotano gli ispettori: il politico non ha dovuto ipotecare l’immobile oggetto del muto e nemmeno firmare una fideiussione. Un finanziamento al buio insomma che risulta deciso il 16 ottobre 2018 come prestito personale, da un singolo manager: il direttore generale di Banca Agricola Commerciale di San Marino (BAC), Marco Perotti, un banchiere di Verona che era stato capo-area per il Veneto dell’Unicredit.
La durata del prestito a Siri è di 10 anni: il doppio del limite massimo, che è di 5 anni, previsto dalle normative interne. E per i primi tre anni gli viene concesso il beneficio del pre-ammortamento: il politico dovrà solo pagare gli interessi, per iniziare a restituire il capitale solo nel 2022.
Il senatore senza garanzie ha ottenuto un tasso di straordinario favore: un interesse fisso del 2,125 per cento meno della metà della media (4,90) applicato ai normali clienti.
Gli ispettori poi hanno esaminato tutti gli altri prestiti personali erogati da BAC dall’ottobre 2018 al maggio 2019, accertando che ”a parte il finanziamento concesso a Siri, quello di importo più elevato è di 12.000 euro e la durata più lunga è di 4 anni”.
(…) L’Espresso