
di Amalia Angotti (ANSA) – TORINO, 07 SET – DANIELA PIETRAGALLA, ‘NESSUNO HA
FIGLI, STORIE DI DONNE E DI BAMBINI IN GUERRA NELLA NARRATIVA DI
LAUDOMIA BONANNI (1907-2002) (RUBBETTINO, PAG. 111, EURO
13,00). “Questa Laudomia merita di essere veramente tolta
dall’ombra” scrive nel 1949 Eugenio Montale. Un parere
autorevole, un’investitura ufficiale, ma non sufficiente.
Laudomia Bonanni, nata a L’Aquila nel 1907, apprezzata
nell’Italia degli anni ’60 e ’70 e anche all’estero, scivola in
un progressivo e ingiustificato oblio. Il suo nome è tra “i
dimenticati del Novecento”.
A vent’anni dalla scomparsa e a quaranta dal ritiro dalla
scena letteraria, Daniela Pietragalla, nata a Catanzaro nel
1973, dottore di ricerca, dedica alla narratrice abruzzese un
libro bellissimo, pubblicato dalla casa editrice Rubbettino, che
ha tra i tanti meriti quello di riuscire a essere uno sguardo dì
insieme sulla produzione bonanniana e, insieme, lo strumento di
conoscenza di una donna e di una scrittrice, meritevole di
uscire dal dimenticatoio. Il libro “Nessuno ha figli. Storie di
donne e di bambini in guerra nella narrativa di Laudomia Bonanni
(1907-2002)”, che sarà presentato a L’Aquila il 30 settembre, è
il risultato di un lavoro lunghissimo e appassionato di ricerca
e di scoperta. cominciato nel 1997, con la consapevolezza che
non è nulla di definitivo, ma è comunque “un punto fermo”.
L’opera di Laudomia Bonanni è ampia e complessa. I suoi libri
– sopravvissuti alla volontà distruttrice della scrittrice, una
vita piena di difficoltà e di solitudine – hanno al centro i
temi di grande attualità con una forte connotazione
socioculturale: la figura femminile, il confronto con la
maternità e il maternage, la guerra reale e metaforica,
l’infanzia, il sottobosco degli emarginati. Temi universali
trattati in modo moderno. Daniela Pietragalla fa continui
riferimenti ai romanzi, come Il fosso, L’adultera, La
rappresaglia, Il bambino di pietra. Con grande sensibilità
lascia parlare i suoi personaggi. Alla fine questo testo,
scritto con grande cura, lascia un senso di incredulità sul
silenzio che ha circondato la scrittrice così a lungo e fa
venire la voglia di leggere i testi di Laudomia Bonanni, donna
del secolo scorso e insieme “donna di domani”.. (ANSA).
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