Daniele Guidi, secondo gli inquirenti, era il “capo” dell’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE che nello scorso decennio, e soprattutto durante ADESSO.SM, ha mandato sul lastrico l’economia sammarinese e San Marino … di Enrico Lazzari

Ha destato clamore la notizia -peraltro già svelata nella sua essenza già l’estate scorsa da GiornaleSM- dell’esistenza di un fascicolo di indagine che, come scritto nei giorni scorsi (leggi qui e leggi qui), vede riuniti fra gli indagati con l’accusa di aver creato una vera e propria “associazione a delinquere”, esponenti di spicco del mondo imprenditoriale sammarinese, del mondo finanziario italiano, di enti con delicatissime funzioni -anche di vigilanza- pubbliche e di nomina politica, e, addirittura, della Magistratura sammarinese, terzo potere di ogni stato democratico.

Fra i nomi più “famosi” degli indagati, ovvero dei presunti “sodali”, spiccano quelli di Francesco Confuorti, Marino Grandoni, Daniele Guidi, Wafiks Grais, Lorenzo Savorelli e del giudice Alberto Buriani, secondo l’ipotesi accusatoria tutti membri effettivi dell’organizzazione che, nello scorso decennio, toccando il massimo del suo potere mentre il Paese era governato dalla coalizione Repubblica Futura, SSD e C10 (ovvero il governo AdessoSm), avrebbe occupato posti chiave anche di nomina politica riuscendo ad assoggettare agli interessi del medesimo gruppo criminale scelte che, invece, avrebbero dovuto andare nel senso dell’interesse collettivo. E, al tempo stesso, indirizzando verso nemici ed affossando verso gli amici, nientemeno che indagini giudiziarie.

Ricordate la frase che, nei verbali della Commissione parlamentare di Inchiesta su Banca CIS, avrebbe pronunciato il Direttore Generale del CIS, Guidi, all’indirizzo di Federico D’Addario e alla presenza di Emilio Gianatti: “Guidi si infuriò e mi disse che lui mi avrebbe distrutto perchè poteva dimostrare l’indimostrabile perchè nel Tribunale comandava lui”.

Una frase inquietante già ai tempi in cui venne rivelata, ma che assume un peso assai maggiore oggi, alla luce dell’indagine penale condotta dal Commissario Elisa Beccari (procedimenti penali riuniti 673/2020 e 108-626/2021) e svelata con il deposito agli atti, da parte della difesa Guidi, del procedimento 416/RNR/2019 di una ordinanza emessa dalla stessa Beccari il 1 giugno 2023. Indagine penale in cui sia Guidi che il giudice Buriani vengono indicati come presunti “membri” della stessa “associazione a delinquere”.

E non tralasciamo che le minacce rivelate da D’Addario, in cui Guidi lascia intendere già di avere una sorta di suo “braccio armato” in Tribunale, risalgono -se la memoria non mi tradisce- al 2012, ottobre 2012 per la precisione.

Ma che fini, nel concreto, avrebbe perseguito questa famigerata “associazione a delinquere”? La risposta arriva nelle prime pagine della stessa ordinanza di sequestro emessa nell’ambito dell’indagine. “In concorso fra loro -scrive la Beccari, riferendosi ai 13 indagati- partecipavano ad una associazione a delinquere costituita per compiere una pluralità indeterminata di reati in materia bancaria/finanziaria, di ostacolo alle funzioni di vigilanza, contro la pubblica amministrazione, il patrimonio e la libertà personale, nell’interesse di Confuorti, di Banca CIS (in particolare Daniele Guidi e del socio Marino Grandoni)”.

Nell’ordinanza, inoltre, si va a definire anche il “leader”, il “capo” di questa associazione criminale indicando in Daniele Guidi, “promotore e costitutore” della stessa, colui che “ne dirigeva e coordinava i membri per conseguire gli scopi” prefissi. Lo stesso Guidi “assicurava l’efficienza dell’organizzazione ponendosi quale vertice operativo” e “valendosi dell’influenza di Confuorti sugli esponenti di Banca Centrale (Savorelli, Siotto, Sommella, Granata, Mazzeo, Moretti), di Cassa di Risparmio (Borri, Cottella, Romito e Cartanese) e sui commissari straordinari e liquidatori di Asset Banca (Sommella, Granata e Venturini) perchè essi esercitassero i propri poteri per il conseguimento degli scopi associativi sopra indicati”.

Ma non solo. Guidi si sarebbe avvalso “dell’influenza di Confuorti affinché Savorelli bloccasse gli esiti dell’ispezione Bcsm condotta nel 2016 a Banca Cis”; “per ottenere il demansionamento, l’estromissione e il licenziamento di funzionari coinvolti in ispezioni sfavorevoli a carico” della stessa banca “e comunque non favorevoli ad operazioni a sostegno della stessa”; per l’avvicendamento” di quei funzionari sgraditi con “soggetti reperiti da Confuorti, in quanto funzionali agli interessi del sodalizio”… In quest’ultimo ambito avrebbe tentato di “remunerare Daniela Berti”, che aveva favorito la nomina di Wafiks Grais a Presidente Bcsm, nonostante egli risultasse privo di uno dei requisiti previsti, offrendole un incarico presso l’Associazione Bancaria Sammarinese, poi abortito per l’opposizione di Stefano Ercolani” -guardacaso, mi permetto di evidenziare- di Asset Banca, poi commissariata e quindi liquidata -come riconosciuto da un paio di sentenze amministrative- in maniera illegittima.

Su questo ultimo punto, ovvero il ruolo della dipendente o collaboratrice dell’allora Segretario di Stato Capicchioni, anche alla luce della “mission” di permettere ai cittadini-elettori di scegliere informati e consapevolmente se concedere voto partitico o preferenza a quei partiti e candidati che potrebbero aver “favorito” o solo avuto un ruolo o una semplice responsabilità, magari anche inconsapevole, nella scalata della “cricca” ai posti chiave dello Stato, devastando il sistema bancario sammarinese e, quindi, determinando spese insostenibili per le casse pubbliche, è necessario aprire una parentesi per capire come si sia arrivati, prima dell’insediamento del governo AdessoSM, alla nomina di Wafiks Grais -oggi indagato per essere “membro” dell’associazione a delinquere con Guidi, Grandoni e Buriani, alla presidenza di Banca Centrale… Ma lo faremo domani…

Enrico Lazzari

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