
(ANSA) – ROMA, 03 APR – L’immobiliarista romano Danilo
Coppola – latitante all’estero, ricercato da un mandato di
arresto europeo spiccato il 30 settembre 2022 dalla magistratura
di Milano – ha perso definitivamente in Cassazione l’ultima
battaglia per tentare di rimettere le mani sull’hotel Cicerone,
grande struttura alberghiera nel centro di Roma. Con l’ordinanza
9161 pubblicata oggi dalla Terza sezione civile della Suprema
Corte, gli ‘ermellini’ hanno infatti respinto il ricorso della
difesa di Coppola contro la decisione della Corte di Appello di
Milano che con verdetto del primo giugno 2021 aveva escluso che
l’immobiliarista avesse titolo per contestare la proprietà
dell’immobile che è del Banco Bpm, uscito vittorioso dalla lite
in Cassazione.
La Suprema Corte ha anche condannato Coppola oltre che alle
spese legali anche ad una sanzione in favore di Banco Bpm “per
aver perseverato in una iniziativa processuale pretestuosa e
valutabile alla stregua di abuso del processo”.
Senza successo, il ricorso di Coppola ha sostenuto che
l’immobiliarista – tra i protagonisti della stagione dei ‘furbetti del quartierino’, condannato in via definitiva a 7
anni di carcere per la bancarotta delle società Gruppo
Immobiliare 2004, Mib Prima e Porta Vittoria – era “l’effettivo
titolare dei rapporti contrattuali” relativi al leasing
dell’hotel Cicerone e che era lui il “dominus” di quei rapporti “solo apparentemente instaurati dalla società ‘Cicerone’ .
“Coppola cerca di prendere gli avversari per sfinimento, ma
adesso questa vicenda, dopo tanto tempo essendo iniziata nel
2010, è definitivamente chiusa e l’hotel potrà finalmente essere
messo in vendita”, ha commentato l’avvocato Michele Mercanti che
ha patrocinato in Cassazione il gruppo bancario Banco Bpm.
(ANSA).
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