Danno ai figli i nomi di Ratzinger,da Acerra a piazza San Pietro

(di Emanuela De Crescenzo) (ANSA) – ROMA, 03 GEN – Antonio con la moglie Laura e i figli
Benedetta e Giuseppe sono arrivati da Acerra per dare l’ultimo
saluto a Benedetto XVI, quasi due ore in fila per vederlo e
recitare per lui una preghiera nella basilica di San Pietro. Ci
tenevano a dargli l’addio come si fa “con un parente
strettissimo” del quale hanno sentito “la vicinanza in ogni
passo” della loro vita. Una famiglia come tante all’apparenza ma
che ha avuto un particolare rapporto con Papa Benedetto XVI.
    Prima di tutto i figli della coppia di 50enni devono i loro nomi
proprio al Papa Emerito, poi la maggiore Benedetta, 16 anni,
all’esame di terza media presentò una tesina basata sui discorsi
che papa Benedetto XVI aveva fatto sul monachesimo benedettino,
dal titolo “San Benedetto e la vita familiare ai tempi della
pandemia”. Infine l’intera famiglia Pintauro può vantare un
incontro privato con Papa Benedetto XVI avvenuto all’interno dei
Giardini Vaticani il 17 settembre del 2005. “Io e la mia
famiglia siamo cresciuti con Papa Benedetto -spiega Antonio
Pintauro, direttore dell’ufficio comunicazione della diocesi di
Acerra – Lui è stato eletto il 19 aprile il 2005 e la nostra
prima figlia è nata l’8 luglio del 2006, abbiamo deciso di
chiamarla Benedetta in suo onore. La prima volta l’ho incontrato
nel 2007 in una udienza privata che aveva concesso alla
fondazione Centesimus Annus poichè avevo fatto un corso con la
fondazione. Mia figlia aveva meno di un anno e io gli dissi che
il nome era per ispirazione a lui”. Stessa sorte anche per il
secondogenito, nato il 20 luglio del 2009, anche lui fu chiamato
Giuseppe in onore di Joseph Ratzinger. E’ nel settembre del 2015
che avvenne un evento fondamentale per l’intera famiglia. Il 20
di quel mese Antonio e Laura avrebbero festeggiato 10 anni di
matrimonio. “Scrissi al Papa e tramite il mio Vescovo chiesi di
poter essere accolti e benedetti. Tre giorni prima del nostro
anniversario lui volle incontrarci nei giardini Vaticani a due
passi dalla grotta di Lourdes – racconta Antonio commosso – Fu
la cosa più grande e più bella che noi ci porteremo per sempre”.
    (ANSA).
   


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