Martedì scorso dalle pagine di questo giornale si invitavano i giovani sammarinesi in possesso di lauree ‘eccellenti’ ad inviare ad Asset Banca il proprio curriculum con l’obiettivo di creare un database a di- spoliazione dell’Istituto ma anche di altre realtà. Nel frattempo in tanti hanno risposto all’appello e tutti i curriculum verranno attentamente valutati sulla base dei parametri enunciati nell’articolo di martedì. Alcuni di essi sono arrivati anche dall’Italia, in particolare è arrivata una lettera che vorremmo condividere con i lettori e che ci ha parecchio commossi. Si intravede infatti, al di là dell’amarezza, il senso pro- fondo che si attribuisce al lavoro. Esso non è piccolo e grigio ma è la base nobile da cui partire per far rifiorire un Paese. All’autrice di questa lettera auguriamo tanta fortuna ma soprattutto la ringraziamo immensamente per aver speso il suo tempo a dare a tutti noi una grande lezione.
”Pregiatissimo presidente, vorrei confortarla sul fatto che il suo duplice appello alle giovani eccellenze, pubblicato in questi giorni sulle pagine di La Tribuna sammarinese non deve cadere nel vuoto. L’apporto che noi giovani laureati possiamo dare al mondo delle imprese, in un periodo così complicato di trasformazione in cui vanno individuate nuove strategie per il rilancio dell’economia, può essere fondamentale. E questo vale nella mia tanto bistrattata Italia, quanto nella vostra antica Repubblica di San Marino. Avendo lavorato sia per il privato quanto per il pubblico, sia in Francia che in Italia, non posso che confermarle che l’atteggiamento che Lei sta tenendo oggi non è solo frutto di un ragionamento condivisibile, ma è una rarità nel mondo del lavoro e dell’impresa. Purtroppo è una rarità. Dopo la Laurea in Storia dell’Arte e il Master in “Diagnostica avanzata per i Beni Culturali”, ho completato il mio percorso di studi conseguendo la Laurea specialistica internazionale in “Science for the Conservation-Restoration of Cultural Heritage” con il massimo dei voti, mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti all’Università di Bologna nelle sedi bolognese e ravennate, e perfezionando la mia preparazione scientifica nei laboratori del Louvre a Parigi. Ma al rientro in Italia l’unica opportunità che mi si è presentata è stata quella di ‘fare la stagione’ in riviera, dove vive il mio fidanzato. Ma mentre le mie aspettative venivano sempre più annichilite dalla crisi economica e culturale del mio Paese, la natura ha deciso di dare -letteralmente- una scossa alla mia vita: la mia amata Emilia ha iniziato a crollare sotto i colpi devastanti del terremoto. Di fronte ai disastri, come alle crisi, ci sono due modi di porsi: reagire o lamentarsi. Io mi ero già lamentata troppo per via delle scarse possibilità offerte a chi ha una laurea umanistica, ho reagito. Mi sono presentata in Direzione Regionale dei Beni Culturali come volontaria, mi sono rimboccata le maniche e ho messo la mia professionalità al servizio di chi, come me, voleva ricostruire e salvare ciò che di più caro abbiamo: la nostra storia. Sono entrata a far parte, in pochi mesi, di un gruppo di lavoro creato nell’emergenza, ma che ben presto si è trasformato in una eccellenza. Il risultato di quegli sforzi è sotto gli occhi di tutti e le immagini della distruzione/ricostruzione stanno facendo il giro del mondo grazie alla nostra mostra itinerante “Terre Ferme”. Esaurita l’emergenza, però, sono venuti meno anche i finanziamenti e quindi le collaborazioni (perché in Italia le assunzioni sono bloccate, da anni). E i miei curriculum hanno ricominciato a circolare frenetici, negli uffici pubblici e sui tavoli degli imprenditori del mio settore. Invano. Vivendo a Riccione, oggi, la tentazione di tornare ‘a fare la stagione’ è forte. E’ stato quindi un piacere leggere della Sua iniziativa per i giovani sammarinesi che, immagino, come me hanno percorso una lunga strada di studio, sacrificando tempo proprio e risorse familiari, e nonostante questo non riescono a contribuire al rilancio dell’economia del loro Paese, pur avendone titoli, forze fresche e idee nuove. La ringrazio, quindi, anche se non essendo sammarinese l’invito non era rivolto a me. Con l’auspicio che la sua iniziativa vada in porto e ci sia non solo un riscontro numerico, ma anche un consenso tale che, come ho avuto modo di leggerlo io, La imitino anche gli imprenditori italiani.
Cordiali saluti.
Federica Fanti”