In queste ultime settimane la Dc ha messo a segno alcuni passaggi significativi.
Dagli incontri romani per sensibilizzare i parlamenti del PdL a una ripresa delle relazioni tra i due Stati alla definizione del percorso federativo che darà vita a un grande centro di cui la Dc sarà appunto il fulcro. A ciò si era poi aggiunta l’avvio delle trattative con il Psd per la ricerca di un appoggio esterno ma soprattutto l’ufficializzazione dell’uscita degli Eps dal Patto.
Altro elemento quest’ultimo che in chiave politica porterà inevitabilmente benefici alle manovre della Dc, e a quella delle maggioranza, che senza gli attriti degli ex alleati potranno conferire maggiore fluidità e incisività alla propria azione. Nonostante tutto ciò all’interno della Dc e della sua base c’è ancora chi non crede in un’azione di rilancio della maggioranza stessa.
O meglio che avverte l’esigenza di un’ulteriore verifica prima di procedere oltre.
Ed è proprio nella base che si avverte questa insoddisfazione (che trova poi espressioni e riflesso in alcuni esponenti politici) verso alcuni nodi cruciali che vengono visti ancora come irrisolti. La richiesta è che questi nodi siano affrontati prima che si proceda alla definizione delle nomine che interessano Patto e Dc: quella del sostituto di Marcucci (oggi sarà la sua ultima seduta in Congresso) alla segreteria di Stato per il lavoro e quella del nuovo Reggente.