
Anche se a volte i figli sono i più grandi dittatori e produttori di sensi di colpa del mondo, alla fine sono loro che salvano gli adulti. Su questo edificante leit motiv poggia TRE DI TROPPO family-comedy perfetto per il Natale di e con Fabio De Luigi e con Virginia Raffaele. Questa la storia che sarà in sala dal 1 gennaio con Warner Bros Pictures. Marco (De Luigi) e Giulia (Raffaele) sono una coppia felice che non si fa mancare nulla. Si tiene in forma e gira su una spider d’epoca (una Triumph Tr4 verde inglese). Magri e sempre in forma, come si deve essere oggi, i due non nascondono troppo il disprezzo per le coppie con figli inevitabilmente vittime di questi piccoli esseri che, come parassiti, consumano tutte le loro energie. Ma un destino, declinato in favola, è già all’opera per sconvolgere le loro vite e sgretolare tutte le loro certezze. Vale a dire all’improvviso, quanto inspiegabilmente, Marco e Giulia si risvegliano con tre bambini di dieci, nove e sei anni che li chiamano mamma e papà. Liberarsene e tornare alla felice vita ‘precedente’ diventerà il loro unico obiettivo, ma fino ad un certo punto. Il soggetto del film è di Michele Abatantuono, che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Lara Prando e Fabio De Luigi. TRE DI TROPPO è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Alfred Film. Nel cast anche Fabio Balsamo, Marina Rocco e Barbara Chichiarelli. “Ho cercato di fare un bel film che fosse divertente e solido, che stesse bene in piedi e non fosse una qualsiasi operazione a tavolino – dice oggi a Roma Fabio De Luigi del suo terzo lavoro da regista – . Credo e spero di esserci riuscito. Volevo fare una commedia che si rivolgesse sia agli adulti che ai più piccoli ma che fosse apprezzata anche da chi non ha figli. Mi interessava molto il meccanismo della cosiddetta ‘if comedy’, del ‘cosa sarebbe successo sé’, un tipo di racconto che ha rappresentato uno dei motivi principali che mi hanno spinto ad accettare il progetto”. E ancora il regista-attore classe 1967: “Ho cercato una storia che avrei potuto manovrare bene. Per me era interessante raccontare le due versioni: quella della famiglia con figli e quella che invece non ne ha e questo senza schierarmi troppo. Mi sono trovato così a mio agio essendo stato uno scapolo senza figli e poi, più tardi, un uomo con i figli (ne ha due, Dino e Lola), andando al di là degli stereotipi dell’una e dall’altra parte”. Un film politicamente corretto? “Non mi interessa troppo se lo sia o meno – dice -, secondo me ci sono cose che fanno ridere e altre no. Casomai c’è un pizzico di satira sociale per quanto riguarda tutta l’attenzione spesso esagerata che c’è verso i figli”. “Per me la comicità è essere sorpresi”, afferma invece Virginia Raffaele che, per quanto riguarda il suo rapporto con i figli, non avendone ancora, dice: “Non sono certo mondana quanto Giulia, non vado certo in giro a ballare come lei, ma non avendo figli, per me è stato più facile identificarmici”.
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