A distanza di quasi vent’anni dal delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, l’inchiesta giudiziaria torna ad accendersi con nuovi e potenzialmente esplosivi sviluppi. A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone, che nei giorni scorsi ha offerto un’analisi dettagliata nel corso della trasmissione televisiva “La Vita in Diretta”, rilanciando ipotesi inedite emerse da una fonte testimoniale finora rimasta silenziosa.
Secondo quanto dichiarato dalla criminologa, ci sarebbe stato un intervento investigativo contemporaneo su più siti, un metodo che solitamente si adotta quando gli inquirenti hanno già in mano elementi solidi per procedere in modo mirato alla ricerca di riscontri, in particolare dell’arma del delitto. Le operazioni si sarebbero concentrate nei pressi dell’abitazione della nonna della vittima, in un canale dove, secondo un nuovo testimone, sarebbe stato gettato un oggetto – un borsone o qualcosa di simile – da una delle due cugine della giovane Chiara.
Il testimone, oggi sessantenne ed ex vigile del fuoco, avrebbe riferito di aver visto direttamente l’azione, fornendo una descrizione dettagliata di quanto accaduto. Questa testimonianza tardiva ma circostanziata, se confermata da eventuali ritrovamenti, potrebbe aprire nuovi scenari sull’intera dinamica del delitto, rimettendo in discussione le ricostruzioni processuali finora consolidate.
Parallelamente, lo sviluppo delle indagini su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, ha aggiunto un ulteriore tassello alla complessa vicenda. A marzo 2025, la Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo a suo carico notificandogli un avviso di garanzia per omicidio in concorso, dopo che nuove analisi genetiche hanno confermato la presenza del suo DNA sotto le unghie della vittima.
Secondo Bruzzone, anche l’alibi fornito da Sempio potrebbe non essere così solido. Un altro testimone, sempre secondo la criminologa, avrebbe riferito che quella mattina a Vigevano c’era la madre di Sempio, e non lui come inizialmente sostenuto. Questo elemento, se confermato, complicherebbe la posizione dell’indagato, aprendo la porta a nuove interpretazioni sugli spostamenti di entrambi.
Non è da escludere, in questo contesto, che gli elementi raccolti contro Sempio e quelli legati alla testimonianza sul presunto borsone gettato nel canale possano incrociarsi in modo significativo. Pur in assenza, al momento, di conferme ufficiali su un legame diretto tra Sempio e la cugina indicata dal nuovo testimone, la simultaneità degli sviluppi investigativi su entrambi i fronti fa ipotizzare che gli inquirenti stiano esplorando un possibile coordinamento o concorso di persone.
La stessa Bruzzone, pur mantenendo prudenza, ha sottolineato come il ritrovamento anche parziale dell’oggetto citato nella testimonianza potrebbe cambiare radicalmente la lettura del caso Garlasco, spingendo a “riscrivere il delitto”. In caso contrario – ha aggiunto – potrebbero aprirsi scenari di responsabilità per chi ha contribuito alla riapertura del fascicolo senza fondamenti concreti.
Intanto, l’attenzione mediatica e giudiziaria resta altissima, in attesa di sviluppi concreti dalle ricerche in corso e dalle verifiche incrociate sulle testimonianze e sugli alibi.