Secondo il sostituto procuratore Daria Monsurrò la presunta associazione a delinquere avrebbe riciclato a San Marino quasi sei milioni di euro.
Dal quotidiano online ilcaffè.tv della città laziale di Aprilia, si apprende che il Titano sarebbe coinvolto in un giro di affari di milioni di euro riciclati con operazioni di ingegneria
finanziaria tra Aprilia, San Marino e i paradisi fiscali, Panama in primis, fatture false per operazioni inesistenti impiegate per evadere il Fisco.
La notizia è stata inizialmente diffusa dal giornale cartaceo Il Messaggero di Roma.
Inoltre, si sarebbe costituita una vera e propria associazione per delinquere costituita per fare tali affari, composta da imprenditori di Aprilia, un promotore finanziario e un commercialista, aiutata da altri uomini d’affari e da due direttori di banca.
Un’inchiesta corposa, dunque, dalle molte sfaccettature, quella conclusa dal sostituto procuratore Daria Monsurrò, che ha fatto partire sedici avvisi di garanzia.
Il 31 gennaio 2017, secondo quanto riporta Il Messaggero, gli indagati compariranno davanti al Gip per la decisione sull’eventuale loro rinvio a giudizio. Una costola pontina della più ampia indagine romana incentrata sul denaro che centinaia di clienti, vip compresi, avrebbero riciclato tramite la San Marino Investments.
Secondo il sostituto Monsurrò, la presunta associazione per delinquere pontina avrebbe riciclato a San Marino quasi sei milioni di euro, utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre tre milioni, trasferito in maniera illecita valori a favore di creditori che emettevano tali fatture e, per nascondere ogni traccia del malaffare, distrutto documenti e scritture contabili ed effettuato false comunicazioni sociali.
Un business avviato nel 2006 e portato avanti fino al 2010, con principale artefice un imprenditore apriliano, Giovanni V., amministratore di fatto di aziende italiane ed estere.
A far parte della presunta organizzazione criminale sarebbero poi stati, insieme a lui, altre 5 persone, tutte coinvolte nelle società al centro delle operazioni sospette, E.N. promotore finanziario di Genzano, Fabio C. commercialista di Aprilia, e, come referente all’estero, Predrag Krosnjar, residente a Barcellona, in Spagna.
Ai diversi reati avrebbero poi preso parte imprenditori di Aprilia e Pisa, e i direttori di una banca di Genzano e una diFregene.
Nello specifico – riporta ancora il quotidiano di Aprilia – gli imprenditori avrebbero svuotato di 9,3 milioni di euro società del gruppo di Giovanni V., negoziando poi 5,7 milioni in
banche di San Marino.
Gli stessi avrebbero evaso il Fisco, inserendo nelle dichiarazioni dei redditi e Iva delle società coinvolte operazioni inesistenti emesse da altre società.
Due persone si sarebbero inoltre rese responsabili della distruzione delle scritture contabili delle società coinvolte, mentre altre si sarebbero appropriate di 900mila euro, giustificando quel prelievo con la restituzione finanziamento soci.
Ad alcuni indagati verrebbe contestato anche il riciclaggio: con un reticolo di società estere, con intrecci tra l’Italia, San Marino, il Regno Unito, gli Usa e Panama, avrebbero riciclato 2,6 milioni di euro acquistando due appartamenti ad Aprilia e due a Nettuno.
I direttori di banca implicati sarebbero accusati per il trasferimento di 4 milioni a San Marino.
La Tribuna