«Mentre i banditi gli sparavano in faccia con i kalashnikov, cercavano di tenere la testa bassa e pensavano ai loro figli, sperando di uscirne vivi». L’agente della Civis Augustus è stato uno dei primi ad arrivare sul luogo dell’assalto in autostrada, e si è trovato di fronte ai colleghi riminesi che avevano appena visto la morte in faccia.
Il blindato con dentro almeno tre milioni di euro è ora custodito in un posto sicuro e sorvegliato. Non sanno ancora esattamente quanto è rimasto dentro, ma ipotizzano che il commando che ha agito lunedì pomeriggio in A14 abbia portato via non più di 600mila euro. Soldi che erano stati raccolti in gran parte nel Riminese e zone limitrofe, provenienti da banche, grande distribuzione e altro. I due furgoni, uno era di scorta, erano partiti da Rimini poco dopo le sei. «Quando sono arrivato sul posto – continua il Civis – i colleghi erano sotto choc. L’hanno passata davvero brutta. Anche sapendo che i finestrini erano blindati, si sono visti sparare in faccia. Vedevano i proiettili arrivargli contro, vi garantisco che è una cosa terribile. I nostri mezzi hanno alti standard di sicurezza, ma non si sa esattamente in che momento i vetri cederanno. Non credo che i rapinatori volessero comunque correre quel rischio, ma se ci fossero stati costretti…». Più che una banda, dice, sembrava un commando militare, o almeno ha agito come se lo fosse. «Non sono molti quelli che riescono a sparare in quel modo su un’auto in corsa, ed è quello che hanno fatto». Gli agenti hanno osservato il protocollo che scatta in casi come questi. «Sono rimasti dentro, mentre i delinquenti urlavano loro di tenere la testa bassa e di non guardare. E così hanno fatto, perchè diversamente…». Il gruppo però potrebbe essere stato ‘misto’. «I colleghi hanno sentito parlare sia in italiano che con accento straniero. E’ possibile che i rapinatori abbiano voluto confondere le acque, ma non credo». I cinque civis erano tutti tra i 40 e i 50 anni, tutti dipendenti dell’unità distaccata di Rimini. «Tutti ottimi professionisti, gente esperta e preparata sia dal punto di vita tecnico che operativo, ma di fronte a un’esperienza simile ognuno reagisce in modo diverso. Quando sono arrivato, alcuni erano molto scossi, altri più lucidi, ma tutti mi hanno detto che in quei momenti pensavano alle loro famiglie, ai figli. Perchè quello è l’unico pensiero che hai quando ti rendi conto che potresti morire». «Le guardie sanno che purtroppo ogni volta può accadere qualcosa». Andrea Fabbri è il responsabile del settore tecnico della sede cesenate della Civis Augustus (ora ‘Cittadini dell’Ordine). «Si convive con la paura – dice – negli ultimi anni ce ne sono stati molti di assalti ai portavalori. Si controlla, ci si guarda attorno, si cambia tracciato di frequente e si tengono d’occhio i mezzi sospetti». Intanto la Squadra mobile di Forlì sta lavorando in maniera febbrile per cercare di individuare una traccia che possa portali al commando composto almeno da dodici persone Anche se, dicono gli investigatori, «sono sempre più di quelli che vedi». Il Resto del Carlino
