
(ANSA) – BOLOGNA, 26 APR – Dopo aver denunciato i famigliari
per maltrattamenti e costrizione al matrimonio, questa notte
dormirà a casa della preside, “l’unica persona disposta ad
ospitarla dopo cinque ore passate in commissariato”. Lo spiega
l’avvocato Barbara Iannuccelli, raccontando la storia della sua
giovane assistita, una ragazza di 19 anni di origini indiane,
residente in provincia di Modena. “Un’altra Saman che si cerca
di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico”, si
sfoga l’avvocato.
“Ieri – racconta – ho ricevuto una richiesta di aiuto da
parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta
arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare.
E’ riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto
di vederci questa mattina. Padre, madre, zio e nonna la
picchiano, la tengono segregata e le hanno preso i documenti
perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un
altro ragazzo”.
Oggi l’ha accompagnata a sporgere denuncia in un
commissariato del Bolognese, ma “non c’era nessuna possibilità
di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un b&b
e se volevo avrei potuto dormire io con lei. Ora è stata
affidata alla preside, una privata cittadina, mettendo a
repentaglio la sua incolumità perché la famiglia la sta
cercando. Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse: è un
codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di
pianti, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono
ma non vengono applicati”. (ANSA).
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