L’Agenzia per la protezione ambientale americana (Epa), la stessa che nel settembre 2015 fece esplodere lo scandalo dieselgate di Volkswagen, accusa Fiat Chrysler Automobiles di avere montato sui motori diesel di circa 100.000 veicoli un software che ha consentito emissioni superiori a quanto consentito dalla legge.
Le accuse stanno pesando sul titolo, che al Nyse lascia sul terreno il 13% a 9,6473 dollari. A Piazza Affari il titolo perde il 5,16% a 9,93 euro. Di fatto dopo queste indiscrezioni il titolo di Fca ha perso il 14 per cento. Fiat Chrysler Automobiles intende contestare le accuse dell’Agenzia per la protezione ambientale americana. Stando a quanto riferito da Cnbc, l’azienda guidata da Sergio Marchionne sosterrà che le emissioni non sono state violate e che intende collaborare con le autorità e l’amministrazione Trump, che si insedierà il prossimo 20 gennaio.
Il Dieselgate di Volkswagen e il patteggiamento
Il caso dunque potrebbe essere simile a quello che travolse nel 2015 la casa tedesca. La Volkswagen proprio nei giorni scorsi ha confermato di aver patteggiato il pagamento di 4,3 miliardi di dollari alle autorità Usa. L’accordo tra la casa tedesca e gli Stati Uniti dovrà essere approvato dalle autorità americane e dai tribunali competenti. La Volkswagen ha già annunciato che il pagamento di fatto potrebbe comportare spese che superano gli accantonamenti. Il Giornale