Il flusso di migranti dalla Libia è sicuramente diminuito rispetto al passato. Ma i barconi e i gommoni continuano a partire. E il Mediterraneo torna a essere un orrendo cimitero dove perdono la vita centinaia di persone. Un vero e proprio massacro che non si riesce a interrompere. E che sicuramente non si è riusciti a farlo anche a causa di errori fatali commessi dall’Unione europea, dai singoli Stati membri e dalla Libia. In particolare uno: l’Operazione Sophia.
L’Operazione Sophia nasce nel 2015 per contrastare il traffico di migranti. Prende il nome di Eunavfor Med ed è stata promossa dall’Unione europea per colpire il traffico di migranti provenienti dalla Libia. Il suo mandato è stato rinnovato di altre tre mesi alla fine di dicembre per evitare che terminasse senza un accordo fra gli Stati europei. Ma nonostante la sua operatività, la missione europea continua a non dare certezze. E soprattutto non ha dato alcuna risposta reale al contrasto del fenomeno migratorio. Quantomeno per fermare le partenze dalle coste nordafricane.
L’Italia detiene il Comando in mare della Task Force tramite la nave Luigi Rizzo, flagship dell’operazione dal 30 dicembre 2018. Ma a fronte di questo ruolo, confermato dopo quello della nave San Marco, Roma non ha alcuna capacità di cambiare i parametri della missione, poiché necessità di un accordo in sede europea e mondiale che nessuno ha dimostrato di voler raggiungere. Del resto, cambiare il mandato della missione e modificare le regole equivale a trovare un compromesso che non interessa a molti Stati europei. Soprattutto perché fino a questo momento, l’operazione Sophia ha mutuato dalla missione Triton di Frontex il fatto che l’Italia sia il Paese di approdo dei migranti. Ed è evidente che agli Stati europei non interessi cambiare questa regola. Il Giornale.it