Il veto lanciato nei giorni scorsi dal Psd su Ca’ Montanaro fa rinviare la decisione di governo e maggioranza per la nuova sede del Parco scientifico e tecnologico.
Da Palazzo Pubblico, i segretari di Stato per il Territorio e l’Industria, Antonella Mularoni e Marco Arzilli, affiancati dai vertici dei partiti di maggioranza, annunciano infatti che la variante di Prg per trasformare l’area di Ca’ Montanaro alla destinazione del Pst non sarà al vaglio dell’Aula consiliare, come invece era previsto dall’ordine del giorno.
Governo e maggioranza, dunque, prendono tempo per definire un’alternativa e riproporla, assicurano, in prima lettura nella sessione del Consiglio di settembre. “All’interno della maggioranza – spiega Mularoni – dopo una serie di approfondimenti, abbiamo deciso, visto che non si arriverà alla variante in questa sessione, di prenderci del tempo per valutare alternative a Ca’ montanaro”. L’intento, prosegue, è quello di trovare una “soluzione ampiamente condivisa” e non solo in maggioranza, tra le forze politiche, ma soprattutto tra la cittadinanza e i Castelli. “Il Parco dovrebbe essere pensato come una grande opportunità per ogni Castello e tutti si devono rendere conto che è un centro di ricerca, non una serie di capannoni”.
Il Pst “non è un progetto ingombrante per i Castelli – ribadisce Arzilli – aggiunge riqualificazione dei territori, abbiamo presente un modello integrato e con valore aggiunto nella sua unicità”. E soprattutto “vogliamo fare un luogo che sia un’opportunità ovunque nasca, non sarà speculazione immobiliare e i terreni resteranno dello Stato”.
La collocazione “resta un obiettivo politico prioritario per la maggioranza”, sottolinea Marco Gatti, segretario del Pdcs. “Ci siamo presi un mese e mezzo in più per definirla – spiega ancora Gatti – le aree servizi dello Stato sono dislocate in diversi Castelli, si deve fare un ragionamento su quale sia migliore per collegamenti e impatto ambientale”.
Maria Luisa Berti, coordinatrice di Ns, sottolinea poi che il progetto del Pst non deve essere imputato a qualcuno, ma condiviso da tutta la maggioranza: “È realizzato in particolare dalla segreteria di Stato di Arzilli, ma è un progetto cui c’è impegno di tutti”, dice.
Vladimiro Selva, Psd, evidenzia la soddisfazione per l’atteggiamento dei segretari di Stato e delle forze di maggioranza avuto “a seguito di un confronto dialettico inizia- to un tantino fuori dagli ambiti classici”.
Nicola Renzi (Ap) interviene invece per riconfermare infine la piena volontà della maggioranza di realizzare il progetto. I consiglieri e i segretari di Stato, però, non rivelano molto, se non che al vaglio ci sono più di due alternative a Ca’ Montanaro, aree pubbliche sui 3-4 ettari e idonee alla realizzazione del parco scientifico. Ora dovrà partire un confronto con gli organismi di amministrazione locale per testare la loro disponibilità.
L’opzione di Ca’ Montanaro, ammette infine Mularoni, “l’abbiamo dovuta fare un po’ di corsa”, dato che c’era l’impegno politico ad individuare l’area entro luglio. La Serenissima