Navigando in rete, sfogliando il social-network per eccellenza, ieri, all’indomani del vile attacco terroristico di matrice islamica che ha disseminato di sangue le vie centrali di Parigi, mi sono imbattuto in una -chiamiamola- vignetta (riprodotta a lato).
Sul momento è stata capace di strapparmi una sorta di sorriso in un momento dove le crude immagini, i commenti -specie certi commenti-, gli albori delle solite e ormai noiose teorie del complotto ordito da entità dai poteri, evidentemente, sovrannaturali, mi avevano gettato in uno stato di misto fra rabbia e sconforto.
“Dio ti prego! Vieni sulla terra e dì a tutti che non esisti!”, era l’accorato appello lanciato, a Dio!, da due bimbi inginocchiati di fronte ad una finestra da cui si intravedeva la Torre Eiffel. Uno presumibilmente cristiano e l’altro, al suo fianco, unito al primo nella preghiera, mussulmano…
Una vignetta che, se colta nella sua profondità, pare essere quasi un dettagliato trattato filosofico moderno di mille e mille e pagine scritte fitte-fitte. Come si può, infatti, pregare un’entità, un Dio, che si ritiene inesistente?
In realtà, che esista o meno, Dio è, dagli albori della civiltà, incolpevole causa di morte e di sofferenza. Secondo le stime del World Watch Monitor, nel 2014, sono stati almeno 4.334 gli individui di ogni sesso ed età uccisi nel nome di un dio. Una stima di certo inferiore a quello che è il dato reale poiché prende in considerazione soltanto le morti documentate. E, in ogni caso, un numero allucinante: ogni due ore una persona, nel mondo, viene giustiziata in nome di un dio.
Ma se questo dio, tutto ad un tratto, scendesse sulla terra e annunciasse al mondo che in realtà non esiste queste morti cesserebbero in un istante… Ogni differenza religiosa sarebbe immediatamente superata.
Ma, una mente un poco più razionale di quella di un ingenuo bimbo, comprenderebbe che un qualunque dio, per dire che non esiste, dovrebbe necessariamente esistere. Quindi se anche scendesse sulla terra e ci dicesse che non esiste, non ci crederemmo. Anzi, ci cimenteremmo in nuove interpretazioni su interpretazioni che sancirebbero nuove divisioni all’interno, magari, dello stesso culto. Nove divisioni e, conseguentemente, nuove guerre…
La causa delle guerre, delle persecuzioni, e oggi anche del terrorismo -la forma più vile e vigliacca di guerra- non è quindi Dio ma è l’uomo, incapace di ragionare con la mente innocente di un bambino.
Infatti, un bambino potrebbe sì sferrare un cazzotto in faccia all’amichetto, ma mai -consapevolmente- spezzerebbe una vita umana, perchè ha la mente pura, non ancora influenzata da quei fattori esterni che sono l’educazione degli uomini e l’esperienza di vita in questo mondo talvolta incomprensibile.
Dunque, come detto, la causa delle violenze, anche religiose, è l’uomo. Non è quindi Dio l’entità che dovrebbe sparire dalla faccia della terra ma l’uomo che uccide, perseguita, violenta (non solo fisicamente) il suo simile in nome di un dio. L’uomo dalla mente ormai così diversa da quella di un bambino, così permeata di dogmi e fanatismo da divenire incapace di ragionamento e razionalità.
La mia preghiera, così, questa sera, prima di coricarmi, sarà questa: “Dio, se esisti, ti prego! Dacci a tutti, prima, la lucidità di comprendere che quell’uomo non deve esistere. E, poi, il coraggio e la forza di agire!”.
Enrico Lazzari