
(ANSA) – ROMA, 18 MAR – TOVE DITLEVSEN, DIPENDENZA (FAZI, PP
250, EURO 18). Arriva in libreria il 4 aprile il capitolo
conclusivo, ‘Dipendenza’, della trilogia di Copenaghen della
poetessa e narratrice danese Tove Ditlevsen. Nel romanzo, la
scrittrice, considerata l’Ernaux danese del Novecento, raggiunge
l’apice di intensità e di verità nel racconto della sua
tormentata vita, segnata dall’alcol e dalle droghe. Pubblicato
da Fazi editore, nella traduzione di Alessandro Storti, è
insieme a ‘Infanzia’ e ‘Gioventù’ (usciti nel 2022 sempre per
Fazi) il ritratto di una donna attraverso l’amore, l’amicizia e
l’ambizione in tutte le sue forme. Un viaggio che ci fa
riscoprire la Ditlevsen che in un certo senso è stata
l’anticipatrice dell’autofiction nella sua forma più alta.
Tove a vent’anni è già famosa, è una poetessa pubblicata ed è la
moglie di un editore molto più grande di lei. Il suo cammino
sembra segnato, ma tante battaglie ancora l’aspettano: relazioni
amorose tormentate, gravidanze desiderate e non, fallimenti
artistici e una serie di dipendenze distruttive. Con il passare
degli anni, la tensione centrale della vita di Tove viene
dolorosamente messa a fuoco: il terribile richiamo della
dipendenza, in tutte le sue forme, e la possibilità di vivere
liberamente e senza paura, come artista, a modo suo.
Nata nel 1917 e morta suicida nel 1976, con quattro matrimoni e
quattro divorzi alle spalle, Tove Irma Margit Ditlevsen in ‘Dipendenza’ fa un resoconto oscuro e onesto delle dipendenze
della sua vita e delle possibili vie d’uscita. (ANSA).
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