Un vento vivace e trasformatore sta investendo le città italiane da nord a sud, carico di colori sgargianti, voci appassionate, carrozzine in movimento, sorrisi radiosi, cartelli di lotta, musica coinvolgente e un richiamo potente ai diritti umani. È il Disability Pride, l’orgoglio della disabilità, un movimento che sfida e ribalta l’immagine pietistica e passiva con cui la società ha a lungo ritratto le persone con disabilità. “È una marcia, ma anche un abbraccio collettivo. È una festa, ma al tempo stesso una dichiarazione politica. È il modo in cui tante persone scelgono di dire al mondo che non c’è nulla da nascondere o da compatire, ma molto da ascoltare, comprendere e cambiare”, dichiara Attiva-Mente San Marino, l’associazione promotrice di questo comunicato stampa che lancia un invito urgente a estendere questo spirito di empowerment anche nella Repubblica del Titano.
In Italia, negli ultimi anni, il Disability Pride si è affermato come un appuntamento diffuso e interconnesso, una rete di eventi che fonde attivismo militante, espressioni culturali, rivendicazioni di diritti e partecipazione comunitaria. Dalle piazze affollate di Roma a quelle di Palermo, Firenze, Bologna, Bari, Torino, Genova e numerose altre città, queste iniziative hanno proiettato una luce abbagliante sulla dignità e sull’autodeterminazione delle persone con disabilità. Hanno offerto una piattaforma per smascherare le mancanze croniche – ritardi nei servizi vitali, barriere architettoniche che segregano, insufficienza di assistenti personali, un’inclusione lavorativa che svanisce tra promesse e realtà – e per affermare con vigore il diritto alla Vita Indipendente. “Quella che ciascuno può e deve costruire in base ai propri desideri, alle proprie scelte, al proprio modo di stare al mondo”, precisa Attiva-Mente, radicando il messaggio in un ideale di libertà personale e sociale.
Al fondamento di questo movimento c’è un principio tanto essenziale quanto sovversivo: non sollecitare compassione, ma esigere riconoscimento. La disabilità, in questa visione, non è un’anomalia da sanare, ma una variante umana da onorare e integrare senza riserve. “La società deve cambiare prospettiva, abbandonare il modello medico o assistenziale e abbracciare quello dei diritti umani, come sancisce la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità”, afferma l’associazione, trasformando ogni parata, manifestazione o incontro in un mattone di un percorso collettivo verso la cittadinanza piena e paritaria.
Quest’anno, il Disability Pride Italia ha tracciato un itinerario vivace attraverso la penisola da giugno a ottobre, disseminando semi di partecipazione e solidarietà in ogni tappa. Roma ha catalizzato l’attenzione il 20 settembre, con migliaia di partecipanti che hanno animato le vie in un turbine di bandiere e slogan unificanti. Successivamente, le fermate a Palermo, Firenze, Bologna, Bari e Taranto hanno propagato l’impulso, con l’ultimo capitolo della stagione in programma a Orvieto il 25 ottobre. Sarà un giorno di introspezione e celebrazione, intrecciato a dibattiti politici e culturali, volto a infondere una prospettiva futura dove “la diversità non sia più un ostacolo ma un valore”, come evoca Attiva-Mente nel suo appello visionario.
Mentre l’Italia freme di questa energia rinnovatrice, Attiva-Mente San Marino proietta lo sguardo verso casa, coltivando il sogno di un Disability Pride autoctono che coinvolga l’intera comunità. “Noi lo auspichiamo un grande evento condiviso, costruito insieme a tutte le realtà che si occupano di disabilità, alle istituzioni, ai volontari, alle famiglie, agli operatori e naturalmente alle persone con disabilità stesse”, spiega l’associazione. Immaginato come un catalizzatore di unità, partecipazione e orgoglio, potrebbe elevare la voce corale di quanti lottano quotidianamente per un territorio più accessibile, equo e compassionevole. “Sarebbe un modo per dire, anche da questa piccola Repubblica, che i diritti non hanno confini e che la cultura dell’inclusione può e deve attraversare ogni territorio”, aggiunge, tendendo la mano a associazioni e cittadini per co-creare questa realtà.
L’orizzonte si espande persino oltre l’oceano, puntando a New York per il 19 ottobre, dove si svolgerà l’emblema del Disability Pride: una parata monumentale da Madison Square Park a Union Square, radunando migliaia sotto il tema “Love Unites: We’re All In This Together” – l’amore unisce: siamo tutti parte della stessa umanità. Totalmente accessibile, l’evento evolverà in un effervescente “Block Party” di musica, arte, discorsi e interazioni, elevando la disabilità da invisibilità silenziosa a vessillo di visibilità e risonanza globale.
In sintesi, il Disability Pride cattura un’essenza profonda: garantire che voci emerse non siano più soffocate, rivelando come la disabilità non sia appannaggio di una nicchia, ma un’espressione autentica e plurale dell’esistenza umana. “Ricordare, ogni volta che si scende in piazza o si sogna di farlo, che l’uguaglianza non si misura nei proclami, ma nel diritto di ognuno di dire, senza paura: io ci sono, io valgo, io sono fiero di essere come sono”, rammenta Attiva-Mente. Aperto a chiunque – da un’associazione a un individuo – voglia delineare un Disability Pride sammarinese, questo invito sottolinea che ogni trasformazione germoglia da un’aspirazione condivisa e dal ardire collettivo di realizzarla, forgiando un tessuto sociale più inclusivo e resiliente per generazioni a venire.