La notizia che diverse decine di famiglie si rivolgono alla Caritas per arrivare alla fine del mese è una pesante ferita che mette in evidenza il disagio di parecchi cittadini. In un Paese in cui il PIL pro capite è da tripla A nel rating internazionale non è accettabile questa disuguaglianza. Si deve capire subito perché esiste!
Lo stato di povertà di queste famiglie è maturato negli ultimi anni ed ha coinciso con i governi avventuristi e tangentisti, con la pessima gestione della finanza pubblica, con il clientelismo praticato ai propri iscritti dai partiti al potere, con uno sperpero di ricchezza senza precedenti.
Non so cosa si aspetti a sostituire l’umiliante carità con l’affermazione al diritto di una vita dignitosa per tutte le famiglie. Si vogliono forse discriminare le famiglie fragili facendo interventi ad personam, cioè ad tesseram? Si vuole dare discrezionalità al governino per la scelta delle famiglie alle quali elargire la carità di Stato? Si vogliono costringere i cittadini a bussare alle porte del potere?
E’ ora di stabilire un reddito minimo per le famiglie e definire per legge i criteri per averne diritto.
Lo stato sociale consiste nel passaggio dalla carità alla solidarietà e dalla beneficienza ai diritti.
Emilio Della Balda