
Sapevo che la problematica dell’inadeguatezza della normativa vigente in materia di divorzi e separazioni rappresentava un problema enorme per diversi sammarinesi, ma non credevo che lo fosse a tal punto, come dimostrato dall’enorme interesse e partecipazione che ha registrato la tematica.
Fra le tante reazioni ricevute, mi ha colpito in particolare la lettera di un sammarinese inviata a GiornaleSm. Un sammarinese con nome e cognome che, comprensibilmente, ha richiesto di non pubblicare le sue generalità (clicca qui). Anzi, più che colpito la sua vicissitudine mi ha letteralmente scioccato e, egoisticamente, rincuorato visto che pur giunto alla veneranda età di 55 anni, non sono mai convogliato a nozze. A parte gli scherzi, la vicenda di questo sammarinese ha dell’incredibile e merita di essere evidenziata all’attenzione di tutti, sia della politica che della comunità.
“Per anni, ho ascoltato i politici promettere soluzioni a questo problema -ha scritto- ma non ho ancora visto cambiamenti concreti. Personalmente, ho vissuto un’esperienza prolungata: ben prima del mio divorzio, ormai finalizzato, sono trascorsi 24 anni per la causa di mantenimento, e siamo ancora lontani da una risoluzione definitiva”.
Sì, avete letto bene: 24 anni! “…E siamo ancora lontani da una soluzione definitiva”. Non ho avuto il coraggio, credetemi, di chiedere allo sventurato protagonista quanto questo divorzio gli sia costato in cause giudiziarie in ambito civile e di assistenza legale. Ma soprattutto quanto abbia influito sulla sua serenità, su quella dell’ex-moglie e su quella di eventuali figli. Immagino, visti i tempi “biblici”, qualche decina di migliaia di euro in cause e livelli di stress non quantificabili per l’intero nucleo familiare che era. Comunque, una condizione intollerabile per una “semplice” separazione, seppure non consensuale.
Purtroppo, come anticipato (clicca qui), i tempi tecnici per giungere ad una riforma in breve tempo costringono ora la politica a rinviare alla prossima legislatura ogni intervento di riforma del Diritto di Famiglia. E ciò implica necessariamente una attesa di almeno un paio d’anni affinché la volontà oggi diffusa anche nel, fino ad ora distratto, mondo politico -salvo qualche rarissima eccezione rappresentata da un paio di interventi consiliari in tal senso- possa trovare applicazione in regole capaci di rendere più veloce ed economica la pratica della separazione e del divorzio.
L’attenzione generata dagli approfondimenti di questi giorni diffusi su queste pagine elettroniche, ha evidenziato una seconda criticità da superare in una ormai ineludibile riforma del Diritto di Famiglia: ovvero la vera parificazione in termini di diritti e di doveri fra uomo e donna. Infatti, sentendo le testimonianze di chi, sul Titano, ha visto il suo matrimonio, la sua unione sgretolarsi, le sentenze passate sono spesso caratterizzate da una enorme sensibilità verso le problematiche femminili e, al tempo stesso, da una altrettanto enorme severità verso la componente maschile.
Come dire che, alla fine, il giudizio non apparirebbe equo, ma andrebbe a favorire quello che un tempo era “il sesso debole”. Se ciò poteva avere un senso ed appariva giustificabile decenni addietro -quando la donna era frequentemente dipendente (soprattutto economicamente) dal marito- oggi appare una disequità da superare per ripristinare, anche nel Diritto di Famiglia, un vero stato di diritto, condizione base di ogni sistema evoluto e democratico.
Quando la coppia si sgretola, infatti, anche in San Marino la ripartizione di “oneri e onori” sembra essere troppo spesso sbilanciata: tanti oneri alla componente maschile e tanti diritti alla componente femminile… Una vera parità fra i sessi, del resto, si persegue anche -e soprattutto- in un’aula di tribunale.
Così, se il prossimo governo sarà chiamato a varare una norma “snella” in materia di procedure di separazione e divorzi, dovrà anche prestare la massima attenzione nella definizione di un articolato normativo che tolga il più possibile all’interpretazione del singolo giudice o “mediatore” e definisca precise condizioni e requisiti nella ripartizione dei beni, degli oneri e degli “onori”, dei diritti e dei doveri di ognuno dei due coniugi. Condizioni che equiparino realmente, concretamente uomini e donne.
Enrico Lazzari