Premessa Politica
Dall’esame dei Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2010 e i Bilanci Pluriennali 2010/2012 si evince che:
– È evidente la crisi politica di questa maggioranza e la crisi di sistema del nostro Paese;
– È necessario dotare il nostro Paese di una politica economica e finanziaria che renda tra loro compatibili sviluppo economico, risanamento finanziario ed equità sociale. Elementi che non riscontriamo nei progetti di legge.
– Tali progetti di legge prefigurano una visione politica di fine legislatura, incoerente ed incapace nel fornire un quadro d’interventi strutturali all’altezza delle necessità del momento;
– La Repubblica di San Marino ha preso – negli ultimi mesi – degli impegni con gli organismi internazionali all’insegna della trasparenza e della collaborazione a cui però non è corrisposto un nuovo progetto economico reale capace di traghettare il Paese verso una nuova fase;
– L’assenza totale di una strategia per attrarre nuove famiglie d’investitori in grado di sostituire o compensare l’emorragia che è già in atto e che continuerà soprattutto nel 2010 di imprese e di risparmiatori che hanno creduto nel nostro modello economico e di sistema bancario;
– Non esiste alcuna traccia di proposte per attrarre nuove imprese oppure con progetti tecnologici d’avanguardia oppure nuovi player nel settore bancario né interventi che rendano appetibile il sistema finanziario su nuove tipologie di business.
Le Proposte dei DdC
Le nostre proposte nella finanziaria intendono impegnare il Governo:
1. A considerare l’equilibrio dei conti pubblici nel breve e nel medio periodo come interesse generale primario e come obbligo morale verso le future generazioni;
2. Ricondurre la spesa pubblica sotto controllo e qualificarla attraverso il rispetto e l’attuazione degli strumenti di bilancio ( chiarezza dei conti pubblici);
3. A ridurre il rischio di nuove conflittualità sociali, non solo attraverso politiche redistributive, ma anche mediante interventi di tutela del potere di acquisto, creando inoltre un moderno sistema di ammortizzatori sociali;
4. A incentivare e favorire fiscalmente le famiglie soprattutto quelle numerose; concordiamo con le parti sociali quando sostengono che gli interventi previsti a sostegno della famiglia non siano sufficienti sulla riorganizzazione delle attività di supporto ai genitori lavoratori, capaci di contribuire significativamente all’inclusione professionale delle donne lavoratrici (probabilmente più a rischio di “estromissione” dal mondo del lavoro proprio in questa fase).
5. A garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio e lungo periodo ed evitare un conflitto intergenerazionale. È condivisibile quanto previsto all’Art. 80 – “Istituzione della Previdenza Complementare “Secondo Pilastro”. Rileviamo però che da un anno che annuncia questa riforma. Non vorremmo fosse il solito proclama a cui non corrisponderanno fatti concreti.
6. Consulta per l’Europa – si propone l’istituzione della Consulta per l’Europa, al fine di analizzare il processo di integrazione europea. La Consulta per l’Europa ha il compito di valutare le opportunità e gli effetti per San Marino riguardo al processo di integrazione europea; raccogliere ogni elemento utile di conoscenza circa le possibilità e le potenzialità di un accordo di associazione; predisporre un riferimento da trasmettere al Consiglio Grande e Generale, che valuti gli effetti e le conseguenze per San Marino, di un eventuale percorso di adesione, ovvero di una più marcata integrazione sotto il profilo giuridico ed economico. L’eventuale decisione sull’adesione, sull’accordo di associazione, o su altre forme d’integrazione con l’Unione Europea dovrà ottenere la maggioranza assoluta del Consiglio Grande e Generale e dovrà essere sottoposta a referendum popolare.
7. Creazione di un fondo destinato a costruire una nuova classe dirigente sammarinese. Riteniamo che la politica debba scegliere di investire – con maggiore convinzione – nella formazione dei giovani sammarinesi, per dare all’intero Paese la possibilità, reale, di occupare un posto del mondo. Canali privilegiati qualità e competitività, strumenti necessari per fronteggiare le sfide di un presente in continua evoluzione, di un futuro con il quale si può fare i conti solo se se ne hanno gli strumenti. Mesi fa avevamo espresso il nostro favore verso la nomina di un cittadino sammarinese alla presidenza di Banca centrale. Si trattava di una precisa posizione politica per porre un tema che oggi si pone in maniera dirompente nel nostro Stato: quello della formazione di una classe dirigente (intesa a tutto tondo) sammarinese. Senza essere fraintesi e considerati retorici e demagogici rileviamo solo un fatto, tra l’altro inconfutabile: oggi gran parte dei punti i punti apicali di responsabilità sono in gran parte ricoperti da figure non sammarinesi. Figure di altissimo livello e professionalità, ci mancherebbe, alle quali va tributato massimo rispetto e ringraziamento. Ma dietro di queste figure non sono create le condizioni per avviare un percorso di crescita di una classe dirigente sammarinese.
8. Credito agevolato alle imprese – (Art. 27 Art. 21 Art. 25 ) il contributo in conto interessi non è la scelta giusta in quanto il contributo “a pioggia” ha notoriamente un impatto inadeguato per attivare la crescita del sistema economico . Non rappresenta inoltre un incentivo sufficiente ad orientare investimenti in ambiti strategici.
9. Sviluppo del Turismo e del Commercio – Riteniamo utile riqualificare il settore turistico e commerciale abrogando il limite 51% sulla proprietà per qualificati progetti commerciali. Il commercio và sempre più verso una specializzazione ed una settorializzazione. Occorre dare risposte sul fronte del consumo interno e quindi delle attività commerciali in territorio cercando di guardare nell’ottica di un nuovo corso tenendo conto che abbiamo perso molte occasioni che altri vicino a noi hanno sfruttato.
10. Edilizia sovvenzionata – Si contesta la considerevole riduzione del convenzionamento per l’edilizia sovvenzionata, previsto dall’Art. 23 “Convenzionamenti agevolati per l’Edilizia Sovvenzionata”. L’importo sovvenzionabile è inadeguato va, quindi, innalzato per rendere praticabile il diritto alla casa. Per concretizzare tutti questi obiettivi occorre arrivare alla definizione del nuovo testo unico sull’edilizia sovvenzionata che deve recepire risposte sostenibili, reali ed eque per il problema della prima casa.
11. Pubblica Amministrazione – Gli articoli 63, 64, 65, 66 e 77 realizzano un ulteriore percorso di riforma della Pubblica Amministrazione. Pertanto, si chiede di rimuovere dal bilancio previsionale questi articoli ed attivare un reale confronto con consigliare.
12. Privatizzazioni – Prima di ogni valutazione occorre elaborare un progetto generale. Altro principio cardine, è che le eventuali privatizzazioni non possono assolutamente riguardare settori primari e strategici dello Stato: la sanità, l’istruzione, i servizi essenziali, l’energia.
13. Parco Scientifico Tecnologico – l’Art. 72 rimane una “bella e generale” dichiarazione di principio, riguardo alle decisioni necessarie per il raggiungimento di questo obiettivo. Occorrono posizioni decise e vincolanti.
14. Accreditamento degli asili nido – Occorre dare corso all’impegno per realizzare l’accreditamento degli asili nido privati. E’ fondamentale prevedere tutte quelle garanzie per far sì che i costi delle rette equivalenti rispetto ai costi dei nidi pubblici.
15. Interventi per i pensionati – Non vi sono stanziamenti adeguati per le politiche a favore dei pensionati e le persone anziane. In particolare, non sono previste risorse per realizzare interventi prioritari e urgenti quali il significativo aumento dell’assegno di accompagnamento, e per alleggerire i costi delle protesi e dei farmaci a pagamento, veri balzelli per gli anziani e le famiglie a basso reddito.
16. Credito sociale – Lo stanziamento per il certificato di credito sociale è stato abbassato rispetto allo scorso anno. Si auspica un aumento adeguato a sostegno questo intervento. E’ palese che la crisi ha aumentato sia il numero dei cittadini e delle famiglie e in difficoltà, che la gravità delle loro condizioni economiche e sociali.