“Molti politici soffiano sul fuoco, Nerone fu il primo”.
Dopo decenni di secolarizzazione, di eclissi del sacro, e? tornata ad essere argomento forte della vita sociopolitica.
Gli attacchi terroristici, il fanatismo della frangia fondamentalista dell’Islam, le hanno dato centralita?. Certamente non positiva. Fonte di legittime preoccupazioni. E di reazioni di fondamentalismo paritario.
Non manca il risorgere di legittime, quanto patetiche accuse da parte degli atei militanti: di essere l’origine di tutti i mali del mondo. La mia riflessione non sul conflitto fra religioni. Di quelle buone o di quelle cattive. Parlo della paura verso la religione: non l’Islam, non il cristianesimo.
Vorrei mettere a fuoco la paura verso la religione del vicino. La storia ci viene in aiuto, entro dagli inizi del cristianesimo.
Tutti sappiamo del periodo delle persecuzioni. Da parte degli imperatori romani, nel III sec. Forse e? meno conosciuto quello che e? successo prima. Il retroterra culturale, o sottoculturale, che le ha alimentate.
Il mondo romano, in genere, era tollerante verso le religioni. Anche verso le nuove religioni. Tanto che ogni nuova divinita? era messa nel Pantheon. Una accanto all’altra. E cosi? tutte erano rese innocue. Nel 35 d.C., ovvero due anni dopo la morte di Cristo, l’imperatore Tiberio propose di includere Cristo tra le divinita? del Pantheon, annoverando il cri- stianesimo come religio licita. Nel prossimo articolo vi raccontero? come la cosa ando? a finire: una vicenda poco nota.
Quello che invece e? noto, e? la beffarda e buffonesca descrizione che veniva data alla religione dei primi cristiani a Roma.
E cio? da parte degli intellettuali e scrittori romani. Poi il popolino ne ha diffuso versioni ancora piu? truculenti. Religione sconosciuta uguale a religiosa pericolosa. Anche oggi ci sono giornalisti, scrittorie e scrittrici che fanno la stessa cosa. Ci sono anche uomini politici che soffiano sul fuoco, sulla pericolosita? del Dna dell’Islam. Diversamente da Roma, dove il primo politico approfittatore fu Nerone. Anche se lui il fuoco lo accese davvero.
Prendo a caso il celebre oratore romano Marco Cornelio Frontone, maestro di retorica dell’imperatore Marco Aurelio, senatore e console nell’anno 143 d.C..
Questo e? il quadro che fa del cristianesimo nell’Orazione contro i cristiani: “I cristiani, raccogliendo dalla feccia piu? ignobile i piu? ignoranti e le donnicciole, facili ad abboccare per la debolezza del loro sesso, formano una banda di empia congiura, che si raduna in congreghe notturne per celebrare le sacre vigilie o per banchetti inumani…”.
La Comunione, nella liturgia della Cena (la Messa) viene descritta: “Un bambino cosparso di farina, per ingannare gli inesperti, viene posto innanzi al neofita, […] viene ucciso. Orribile a dirsi, ne succhiano poi con avidita? il sangue, se ne spartiscono a gara le membra, e con questa vittima stringono un sacro patto”.
Non sono i comunisti che mangiano i bambini. I primi sono stati i cristiani.
La gioiosita? dei canti liturgici diventa orgia sessuale: “Regna tra loro la licenza sfrenata, quasi come un culto, e si chiamano indistintamente fratelli e sorelle… anche la consueta impudicizia diventi incesto”.
Bella la finale. L’innocuo scambio del bacio della pace diventa rapporto sessuale: “Si avvinghiano assieme nella complicita? del buio, a sorte”.
Mi fermo. Non e? sopportabile questa parodia.
Un festival del pregiudizio, dell’ignoranza, della criminalizzazione dell’altro, che non conosco. Che in parte si ripete anche oggi.
Termino con una proposta. In Italia, per l’integrazione degli extracomunitari, si richiede la conoscenza della lingua.
Mettiamoci accanto un corso obbligatorio di studio delle religioni. Integrazione: una via indispensabile per vincere la paura. Tutte le paure.