“Forse non ci rendiamo conto di quanto la tradizione cristiana da sempre ci ha insegnato. Si tratta del principio morale del duplice e etto, per cui se un’azione, fatta a scopo di bene, produce un effetto negativo, essa è moralmente accettabile purché l’effetto secondario non sia più grave del bene ottenuto con l’azione compiuta”
“Rendere quotidiano l’eroico e l’eroico quotidiano”: questo ha fatto sì che Benedetto da Norcia diventasse Santo. Anche se penso che sarebbe andato in paradiso per una via più “normale”.
Gianna Beretta Molla, quando ha saputo che la cura della sua malattia avrebbe ucciso la vita che portava in grembo, ha preferito far nascere la figlia, Emanuela, e poi curarsi. È stato troppo tardi, e la malattia l’ha sopraffatta. Se si fosse curata, con l’effetto della morte della figlia, sarebbe andata – vivendo secondo la fede – ugualmente in paradiso.
Forse non ci rendiamo conto di quanto la tradizione cristiana da sempre ci ha insegnato. Si tratta del principio morale del duplice effetto, per cui se un’azione, fatta a scopo di bene, produce un effetto negativo, essa è moralmente accettabile purché l’effetto secondario non sia più grave del bene ottenuto con l’azione compiuta.
Quindi, se Gianna Beretta Molla (ma penso anche alla cara Chiara Corbella…) si fosse curata per la malattia mortale di cui soffriva, pur con l’effetto della morte della figlia, la sua azione sarebbe stata ugualmente moralmente buona.
E questo è un principio che mi pare presente in ogni legislazione civile. Oggi viviamo in un’epoca dove ritengo si sia perso l’uso corretto della ragione, e non si sappia più dare ragione dei valori e dei principi che sostengono la vita.
Ogni vita umana va difesa, sempre, incondizionatamente. L’aborto è sempre la contraddizione di ogni principio di umanità.
Non illudiamoci, ogni cedimento in questo campo distrugge la convivenza civile, le coscienze, l’educazione, il futuro.
Non è vero che si può cedere per non perdere: si perde proprio cedendo, e in maniera sicuramente umiliante, che in termini militari si direbbe “senza l’onore delle armi”. La storia, anche recente, sia in Repubblica che altrove, lo documenta.
Vale sempre in questo caso l’apologo di Churchill: È illusione sperare di salvarsi dando da mangiare al coccodrillo. Saremo sempre divorati, alla fine, è solo questione di tempo.
Allora non è forse è meglio testimoniare la verità, ad ogni costo e con dignità? Questo è l’eroico reso quotidiano e il quotidiano reso eroico: questa è speranza di libertà per tutti.
Don Gabriele Mangiarotti