(1) «Un sacerdote è stato ucciso stamattina (30 gennaio 2022) sulla Ring road di Hayatabad, sobborgo di Peshawar, nel nordovest del Pakistan. Un altro religioso è rimasto ferito. L’attacco è stato effettuato da uomini armati che hanno aperto il fuoco per strada. La vittima è William Siraj, colpito da due proiettili all’addome e morto sul colpo. L’altro prete ferito è stato trasferito in ospedale. Non è in pericolo di vita, ha dichiarato la polizia. Finora nessun gruppo ha rivendicato l’agguato». [https://tinyurl.com/y8f6h2vn]
Questa è una delle tante notizie che purtroppo stanno girando in questo mondo spesso indifferente rispetto alla persecuzione nei confronti dei cristiani. Non possiamo fare finta di niente.
(2) «A otto anni, il futuro di Fatima è deciso. Le piacerebbe, dice, ‘andare a scuola e studiare’. Invece è stata venduta in sposa a un uomo che non ha mai incontrato per comprare pane per la sua famiglia. La sua famiglia era così affamata che ha venduto Fatima per 150.000 rupie pakistane (800 euro). Poi ha cercato di vendere anche la figlia di tre mesi Naghma, ancora avvolta in fasce». [https://meotti.substack.com/p/abbiamo-lasciato-gli-afghani-a-morire]
Un popolo lasciato morire, in mano al fanatismo talebano.
(3) Two Jewish men attacked on the street the day before Holocaust Memorial Day = Due uomini ebrei attaccati per strada il giorno prima della Giornata della Memoria: Il video che mostra questa tragica violenza (che ha costretto un numero indefinito di ebrei a lasciare le loro case per l’insicurezza in un posto come Londra) può essere visto solo a condizione che: «Verifica la tua età – Completa una breve verifica per dimostrare di avere l’età minima richiesta per guardare questo video. Video soggetto a limiti di età (per effetto delle Norme della community)».
Così, mentre hanno libero corso scene erotiche, scene di esaltazione di comportamenti LGBT, uomini e donne inginocchiati per solidarietà al Black Lives Matter, la violenza filmata a due ebrei nella civilissima Londra sottostà alla censura, per cui i giovani non possono sapere.
Ho raccolto solo alcune notizie che danno l’idea di quanto sta accadendo nel mondo e che dovrebbe scuotere la nostra coscienza di uomini, prima ancora che di cristiani. Eppure sembra che una cappa di piombo, la famosa «nebbia che avvolge le nazioni» di cui parla il profeta Isaia, paralizzi ogni strumento di comunicazione. Non solo, ma lasciamo che tra noi si pensi ancora che l’uccisione di bimbi innocenti e indifesi nel ventre della madre sia un atto di civiltà, un diritto indiscutibile perché voluto da una popolazione che si è democraticamente espressa.
È vero, però: ci sono anche atti di valore, di bontà, di eroismo quotidiano, che allargano il cuore, come ha ricordato la lettera di san paolo ascoltata in queste feste domenicali: «La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine» (1 Cor. 13, 4-8).
È strano ma neppure questo fa vera notizia. L’odio minimizzato e l’amore nascosto. Forse siamo ancora in tempo per dare una svolta, e lasciare parlare e raccontare i testimoni, coloro che raccontano l’eroismo del quotidiano, come coloro che non ci fanno dimenticare il male del mondo, che non si voltano dall’altra parte, come ricordava il pastore Niemöller: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare».
Forse in questo contesto bisognerebbe sapere riconoscere i segni della novità, aprendosi alla speranza, vincendo gli schemi che fanno erigere gli steccati del già saputo. Magari anche rispondendo a chi pone interrogativi ed esprime giudizi controcorrente, quelli, per intenderci, non politically correct. Dell’ovvio e del ripetitivo non sappiamo che farcene, e le censure previe cominciano a stancarci. Anche perché, prima o poi, la verità viene a galla.
Don Gabriele Mangiarotti