Doping e Iaaf, ora una mail inguaia anche il presidente Sebastian Coe

coeUna e-mail inguaia anche il nuovo presidente della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf), Sebastian Coe. Il quotidiano francese Le Mondeha infatti potuto visionare un messaggio di posta elettronica che dimostrerebbe come Nick Davies, attuale braccio destro del nuovo numero uno, fosse a conoscenza dei casi di doping dell’atletica russa almeno dal 2013. La mail di cui parla il quotidiano francese è datata 29 luglio 2013, pochi giorni prima dei Mondiali di Mosca, ed è stata scritta da Davies a Papa Massata Diack, figlio dell’ex numero uno Iaaf Lamine Diack e consulente marketing per la federazione internazionale prima di essere travolto dallo scandalo insieme a suo padre.

Quei «cadaveri russi» nell’armadio della Iaaf

Davis, all’epoca portavoce della Iaaf, secondo quanto riportato da Le Mondeprecisa che la mail «deve rimanere top secret». «Ho bisogno di sedermi a parlare con il dipartimento antidoping e capire esattamente quali siano i “cadaveri” russi che abbiamo nell’armadio per quanto riguarda il doping», scrive Davies, che poi spiega al suo interlocutore di volere mettere in atto «ufficiosamente» una campagna «per evitare scandali mediatici internazionali legati ai Mondiali di Mosca, soprattutto con la stampa britannica da dove vengono i peggiori articoli». A tal fine Davies valuta la possibilità di «usare Csm», cioè l’agenzia Chime Sports Marketing in cui Coe a quei tempi ricopriva il ruolo di direttore generale. Quindi, Davies ammette di essere al corrente del doping sistematico degli atleti di Mosca, o quanto meno dei valori alterati in numerosi passaporti biologici, e vorrebbe metterne a corrente – o chiedere un aiuto – a Coe stesso. La mail emerge dal dossier contro Diack.

«O li annunciamo dopo i Mondiali o insieme a quelli di altri paesi».

«Penso che i casi dei differenti atleti avrebbero dovuto essere svelati tempo fa, e che adesso ci occorra essere intelligenti – scrive ancora Davies – Questi atleti, naturalmente, NON dovrebbero far parte della nazionale russa ai Mondiali, e occorre fare pressione su Valentin (Balakhnichev, presidente della Federazione russa, ndr) perché non si verifichi il caso. Se i presidenti non partecipano alla competizione, possiamo annunciare i loro casi al termine dei campionati. Oppure, annunciarne uno o due, ma contemporaneamente a quelli di atleti di altri paesi».

Il Corriere della Sera