All’indomani del lunedì nero – con l’effetto Svb che ha bruciato in Europa 291 miliardi con la fuga dalle banche malgrado la Fed – i mercati tentano di rialzare la testa, anche se l’andamento resta nervoso, e sul listino resta l’incognita dei bancari. La lente è alle prossime mosse delle banche centrali. Prima la Bce che giovedì dovrà tenere conto delle tensioni sul sistema bancario, poi la Fed. Ma la preoccupazione resta. Moody’s mette sotto osservazione First Republic Bank e altri cinque istituti di credito statunitensi in attesa di un declassamento: ennesimo segnale di preoccupazione per lo stato di salute degli istituti finanziari regionali dopo il crollo della Silicon Valley Bank.
I titoli delle banche regionali statunitensi rimbalzano nel pre-trading a Wall Street dopo il tonfo di ieri in scia al fallimento di Silicon Valley Bank, mentre si attenuano le preoccupazioni per un un più ampio contagio nel sistema finanziario. La First Republic Bank ha registrato un balzo del 28%, PacWest Bancorp è salita del 40% e Western Alliance Bancorp del 21%.
In particolare, le Borse europee girano in calo ma tengono dopo il tracollo della vigilia in scia al fallimento della californiana Silicon Valley Bank e cascata di Signature Bank. I future su Wall Street sono positivi mentre i rendimenti del Treasury si sono stabilizzati con il due anni attorno al 4% in attesa dell’inflazione americana a metà giornata. La lente è alle prossime mosse delle banche centrali. Prima la Bce che giovedì dovrà tenere conto delle tensioni sul sistema bancario, poi la Fed. Alcune grandi banche d’affari si sono spinte a prevedere una pausa (Goldman e Natwest) e altre (Nomura) addirittura un taglio da 25 punti base nella riunione della prossima settimana. Tra le singole piazze nel dettaglio Milano appare più di altre nervosa mentre l’Istat stima che a gennaio la produzione industriale diminuisca dello 0,7% rispetto a dicembre. Il Ftse Mib gira a -0,11% con le banche che restano sotto scacco. In particolare Bper (-2,5%) e Fineco (-2,4%) Lo spread tra Btp e Bund risale a 193 punti con il rendimento al 4,23%. Flette anche Parigi -0,1%. Più marcato il calo di Londra (-0,5%). Mentre si ancora sopra la parità Francoforte (+0,18%). L’indice d’area, lo stoxx 600, cede soprattutto con i titoli legati all’energia. Il petrolio finisce con il wti sotto i 73 dollari al barile (-2,7%) e brent sotto i 79 dollari al barile (-2,3%). Il gas cede il 3,95% con i Ttf ad Amsterdam sopra i 47 euro al megawattora. Per i cambi l’euro risale a 1,07 sul dollaro.
L’INFLAZIONE
Lo scenario internazionale resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Lo afferma l’Istat nella Nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio sottolineando che “si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto”. Il Pil italiano nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte.

L’effetto Svb travolge i mercati
Il fallimento della Silicon Valley Bank travolge i mercati europei, dove le Borse bruciano 291 miliardi di euro, e manda a picco le banche. Con Piazza Affari maglia nera che perde il 4% e manda in fumo 24 miliardi di euro. L’intervento delle autorità americane nel fine settimana, che permette di pagare anche i depositi non garantiti ai clienti dell’istituto californiano finito in default venerdì scorso a seguito della corsa agli sportelli, non è servito a evitare una caduta della fiducia degli investitori. Non solo verso il settore finanziario statunitense dopo che domenica, per l’effetto domino legato a Svb e per le criptovalute, è fallita un’altra banca, Signature Bank. E dove si teme il contagio su una lunga lista di banche regionali fra le quali First Republic e Western Alliance che a Wall Street sono tracollate segnando perdite superiori 67% malgrado il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia assicurato ai suoi concittadini che i loro depositi sono al sicuro. La fiducia è venuta meno anche verso le banche europee e non solo nel Regno Unito dove Svb Uk, la filiale locale del gruppo di Santa Clara, di cui la Bank of England aveva dichiarato l’insolvenza, è stata venduta per 1 euro al colosso Hsbc. Sotto l’ondata di vendite sono stati travolti un po’ tutti gli istituti bancari a partire da quelli che hanno avuto problemi di liquidità come Credit Suisse (-9,5%) e Commerzbank (-9,7%), sebbene le regole in Europa siano ben più stringenti di quelle americane. Nel generale tracollo dei listini europei, che hanno bruciato 291 miliardi, per Piazza Affari è stato un lunedì nero più degli altri: col un tonfo del 4% ha fatto peggio di Francoforte (-3%), Parigi (-2,9%) e Londra (-2,5%) e ha mandato da sola in fumo 24 miliardi, complice il fatto che listino milanese è pieno di titoli finanziari tra i quali Bper e Unicredit che hanno lasciato sul terreno oltre il 9%. A poco sono valse le rassicurazioni del ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, che ha ricordato che “il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità”. Scarso effetto ha avuto a Parigi l’analogo intervento del suo collega d’Oltralpe, Bruno Le Maire
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