“Dopo la piazza non rimane più niente”. Intervista de La Tribuna al neo presidente del Psd Matteo Rossi

Intervista al neo presidente del Psd Matteo Rossi che difende la scelta di non abbandonare il Palazzo come il resto dell’opposizione. “Nessun inciucio con la maggioranza. Siamo rimasti in aula per riportare la politica sui banchi del consiglio e non sulla piazza”.

Il Psd ha eletto giovedì il suo nuovo presidente, andando così a completare il trittico delle nuove cariche interne. In tutti e tre i casi il partito ha puntato sui giovani. Accanto al segretario Nicola Ciavatta e al capogruppo Dalibor Riccardi, si è così aggiunto il presidente Matteo Rossi.

Lo abbiamo intervistato per capire meglio obiettivi, strategie e futuro del proprio partito.

Quali sono le prime azioni che metterà in campo per il futuro del Psd?

“Lavorerò assieme al Segretario e agli organismi appena insediati per ridare una struttura organizzativa e politica ad un partito storico – questo sì – ma profondamente mutato dai fatti che da un anno a questa parte sono accaduti, come la scissione del 23 agosto 2016, passando dalle due tornate elettorali fino arrivare al congresso dello scorso 21 luglio, un congresso vero, sudato ma unitario, volto a restituire al Psd la sua dignità e per rilanciarne l’azione politica”.

Dal Congresso è uscito un partito più unito o la brace arde ancora sotto la cenere?

“Il Congresso si è celebrato in maniera unitaria, ed è stato un evento fortemente partecipato con contributi importanti. La volontà di rimanere uniti e di ripartire da noi non sono semplici enunciati, ma simboleggiano la ferma volontà nel proseguire uniti e ricostruire una casa dove si possa fare politica. Ci aspetta un autunno caldo, spero non meteorologicamente, e approfitteremo del mese di agosto per lavorare sul gruppo e per affinare l’intesa, ammesso che ce ne siano stati di piromani”.

A proposito di divisioni: come giudica la spaccatura del gruppo consigliare nell’ultima sessione?

“Io non guardo all’azione di un singolo consigliere, ma piuttosto a quello che il mio partito ha prodotto e al lavoro che ha svolto nell’ultima sessione consigliare in maniera responsabile dai banchi dell’opposizione. Nel corso della mia militanza in questo partito ho già assistito a diverse spaccature, quello che è accaduto giovedì scorso è quanto di più lontano”.

Davide Giardi, La Tribuna