Dopo l’ennesimo ricatto dell’Italia ora IMPERATIVO E’ STRINGERSI ATTORNO AL PAESE E FARE FRONTE COMUNE! … di Marco Severini

Il decreto sammarinese di ieri sera, quello della chiusura dalle 18 del 24 dicembre 2020 alle 07 del 7 dicembre 2021 delle attività economiche tranne che quelle relative ai generi alimentari, seppure scritto ed emanato dal governo sammarinese ha l’evidente mano della politica italiana.

E’ chiarissimo e chi incolpa il nostro esecutivo forse non ha ben chiaro come stanno le cose e di come siano avvenute. La loro gravissima colpa, dell’esecutivo, è quella di non riuscire a comunicare e ad avvicinarsi al paese nel giusto e corretto modo. Il paese deve sempre conoscere la verità, per quanto brutta sia e pubblicare un decreto senza una motivazione non è accettabile.

Dopo le improvvide esternazioni, e della altrettanto infausta uscita del decreto sammarinese di qualche giorno fa prima del DCPM italiano, sull’apertura dei nostri locali a capodanno sino alle 01.30 l’Italia certamente non è stata a guardare e probabilmente sentitasi offesa ha risposto pesantemente. Poi nessuno mi toglie dalla testa che i propositi di ”sanzioni” contro la Serenissima Repubblica di San Marino siano partiti da qui vicino.

Come giustamente rimarca il ns. lettore, nell’articolo di questa mattina, San Marino è troppo vincolata all’Italia, e da questa dipendiamo per tutto. Si pensi solamente alla gestione dell’acqua potabile per la quale dipendiamo anche da Ridracoli quando potremmo, captando le ns. fonti e non lasciando dispendere la nostra acqua nel Marecchia o nel Marano, essere autonomi. E’ dal 1954 che se ne parla ed oramai ho capito che non c’è voglia, su questo argomento, di fare nulla nonostante le lunghissime e noiosissime esternazioni di tanti politici.

Stesso discorso è per l’immondizia; non penso che nel 2021 non ci possa essere una seria gestione economica ed indipendente sul tema rifiuti. Basta guardare su YouTube, anziché fare costosissime consulenze italiane che rimangono nei cassetti, per avere lo spunto su come intervenire! Bisogna copiare, certamente non dall’Italia, ma da chi è riuscito a risolvere il problema e sto pensando ai paesi del nord Europa. Non è un delitto copiare dai piu’ bravi, ma occorre farlo e non pensare ad escamotage per far lavorare i figli dei politici come è successo.

Esiste poi un problema relazionale con l’Italia. E’ indubbio che i rapporti, anche prima di questa piccola crisi, non fossero dei migliori e non credo miglioreranno in futuro. Occorre, a mio parere, avere una visione piu’ ampia, e come scriveva tempo fa Augusto Casali, avvicinarsi a delle super potenze che possono garantirci quella dignità che ci è dovuta da parte dell’Italia come stato indipendente. D’altronde in sede internazionale il nostro voto conta uno come quello delle nazioni piu’ grandi e pare che fino ad ora lo abbiamo sempre ”ceduto” senza tanti ritorni alla vicina Italia.

Le cose dovranno cambiare senza aspettare chissà quanto tempo, ma bisogna avere quella forza e quel coraggio, e non solo a parole, che ho visto solo in pochi congressisti. Occorrono piu’ fatti, piu’ concretezza e meno petti gonfi.

Ora siamo in una situazione critica soprattutto per il nostro comparto alberghiero e per quello  della ristorazione. Se con le zone rosse italiane gli alberghi avevano capito che i turisti non sarebbero potuti venire diverso è il caso dei nostri ristoranti e locali. Dopo un novembre unico in termini di incassi, e fortuna che ci sia stato, dovuto alla lungimirante apertura sancita dai decreti emanati dal nostro esecutivo, ora molte attività subiranno questo fermo peraltro palesemente imposto dall’Italia.

Se analizziamo bene la situazione, a mente fredda, si capisce che l’esecutivo, dopo l’errore dell’emanazione del decreto prima del DCPM italiano, ora era in un vicolo cieco. Lo capisce e lo metabolizza proprio chi, io, era totalmente favorevole all’apertura sino all’1,30 di tutte le attività di ristorazione, come ho scritto in un articolo di alcuni giorni fa.

Abbiamo dovuto sacrificare queste feste ed inchinarci ai voleri dei nostri padroni italiani, finchè glielo permettiamo. Gli stessi padroni che non ci avrebbero pensato due volte a metterci in difficoltà nei prossimi mesi qualora non ci saremo piegati anche questa volta ai loro voleri. Vi ricordate i vari scudi fiscali, o la volutary disclosure o le pattuglie della Finanza ferme ai nostri confini? La situazione si sarebbe ripetuta senza nessun dubbio.

Un indiscutibile atto di guerra fatto ad un piccolo paese indifeso, un po’ come successo all’Ing. Rosa dell’Isola delle Rose, finchè resta tale e non fa valere la propria statualità, autonomia con il contributo, la diplomazia e la vicinanza ad altri partner anche extraeuropei e agli organismi internazionali. Non so che figura farebbe l’Italia se all’Onu si sapesse a che tipo di pressioni, negli anni, ci hanno fatto i nostri vicini.

Ed ora, proprio in questo momento infausto, che ci dobbiamo stringere attorno alla Repubblica, ai nostri ristoratori ed ai nostri operatori e far sentire la nostra vicinanza per il tempo che rimarranno aperti, non solo a parole. Proprio in questo momento è opportuno ed inderogabile aiutarli ed andare a comprare da solo. Ora piu’ che mai dobbiamo sentirci sammarinesi e fieri di esserlo dopo l’ennesimo ignobile attacco prevaricatore. Ora la Repubblica ha bisogno di te.

Forza San Marino!

 

Marco Severini, direttore del Giornalesm

 

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