Dopo nozze saltate, portata in Italia e chiusa in casa da padre

(ANSA) – ANCONA, 11 NOV – Porta la figlia in Italia dopo un
matrimonio saltato in Pakistan, poi la tiene chiusa in casa per
due anni, umiliandola, minacciandola e picchiandola. Con
l’accusa di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona è
finito a processo ad Ancona un pachistano di 48 anni.
    L’uomo è residente in un paesino del Senigalliese ed è lì che
nel 2019 ha portato la figlia, all’epoca 15enne, per non subire
l’onta legata alle nozze saltate. La ragazzina era legata
sentimentalmente a un giovane, nel suo Paese, e dovevano
sposarsi ma lui avrebbe poi cambiato idea. La famiglia pakistana
l’ha considerata una ‘vergogna grande’ e per ‘rimediare’ ha
pensato di far sparire per un po’ la figlia facendola arrivare
in Italia dove il padre si era sistemato con un lavoro e una sua
indipendenza. La minore però non avrebbe potuto vivere libera.
    Il genitore, secondo le accuse, non l’avrebbe iscritta a
scuola, né le avrebbe permesso di imparare la lingua italiana,
imponendole di frequentare solo donne adulte sue connazionali.
    Niente vita sociale con i coetanei del paese, nessuna uscita
fuori casa. Durante la permanenza dei due anni con il genitore,
le avrebbe fatto pesare il matrimonio annullato, vessandola e
insultandola. La 15enne avrebbe subito anche botte, pugni dietro
la schiena, schiaffi e mani al collo. A novembre 2021 è riuscita
ad uscire di casa da sola e ha denunciato ai carabinieri quanto
avrebbe patito. E’ scattata l’indagine coordinata dalla pm Irene
Bilotta. Il collegio del tribunale, presieduto da Edi Ragaglia,
ha condannato il 48enne a due anni di carcere per maltrattamenti
(il sequestro è stato assorbito da questo reato). L’imputato,
difeso dall’avv. Cristina Barboni, ha sempre negato le accuse,
sostenendo di essere stato un genitore severo ma non violento.
    (ANSA).
   


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