Dopo “Pesaroccio” altri Comuni verso la fusione. Piccolo non è più bello se si può far cassa … di Roberto Zaffini

IMG_1966E’ iniziata in maniera frenetica la spinta verso le fusioni dei Comuni. Dopo quella contrastatissima dai cittadini di Mombarioccio con Pesaro ora si prospetta quella fra Cartoceto, Saltara, Serrungarina e Montemaggiore al Metauro. Gli amministratori le vogliono perché tramite queste si può accedere all’aumento del 20% dei contributi statali, allo sblocco delle assunzioni e l’allentamento del patto di stabilità. Ma allora, a parte l’assurdo patto di stabilità quali sono i vantaggi e i risparmi per i cittadini se si aumentano i dipendenti e i trasferimenti dallo stato sono maggiori? Qual’è la ratio della Legge, dov’è il taglio se invece di abbattere il numero dei dipendenti addirittura ne potremmo avere di più? Fino a poco tempo fa andava per la maggiore il concetto di decentramento e la sussidiarietà ora si sbaraglia il campo accentrando e facendo scomparire province e comuni. Piccolo non è più bello e il “local” tanto decantato è a rischio proprio come avviene con le attività commerciali dove i pesci piccoli vengono “mangiati” da quelli grandi. E’ veramente tutto oro questa nuova centralizzazione del potere? Il problema non sono il numero degli enti, in Germania e in Francia ci sono molti più comuni che in Italia ed esistono regioni e province, quindi la differenza la fanno gli amministratori e l’organizzazione dei servizi, se non è buona nel piccolo comune fa pochi danni ma se non è buona nel comune grande sono più grandi anche i danni.

Di Roberto Zaffini