Dov’è la sammarinesità? … di Paolo Forcellini

Come in altri periodi i sammarinesi ne stanno rivivendo uno difficile e incerto per il futuro della Repubblica-La nostra Repubblica ,la piu’ antica del mondo, da sempre amata dai suoi cittadini , rispettata e difesa da ogni ingerenza esterna, che vive la sua quotidianità come quella di un’unica grande famiglia, e che il Ventennio fascista  e la fine degli anni ’50 con i fatti di Rovereta ha diviso in due fazioni, sta di nuovo vivendo le situazioni e le incertezze che ricordano quei momenti storici , che per le diversità di opinione e la continua ricerca di una rivalsa sull’avversario condizionarono una civile convivenza . L’attuale momento politico che stiamo vivendo, è nato sotto la spinta del rinnovamento. Un rinnovamento che sembra a molti che stia, al contrario, ripercorrendo la strada più comoda del “vecchio” e che si sia impantanato sulla difficoltà o sulla incapacità (solo il tempo ci indicherà il termine più appropriato) di intraprenderne una “nuova” anche se più “accidentata” quella che porta ad un effettivo e chiaro rinnovamento, e che sembra più che altro improntato sul rimpallo delle responsabilità fra maggioranza di oggi che era minoranza di ieri e viceversa. Una situazione di eterno conflitto che si ripercuote nell’aula consigliare, spesso con toni non certo consoni al luogo ove le parti dovrebbero dimostrare reciproco rispetto. Coloro cui l’anagrafe ha risparmiato la perdita della memoria, e che hanno assistito ai C.G.G. dei primi anni degli anni ’60, consigli infuocati dove lo scontro dialettico era vivace ma mai offensivo e contenuto entro i limiti, ricorderanno che nonostante le diverse vedute ed opinioni quel rispetto non è mai venuto a mancare soprattutto per il ruolo che ognuno rappresentava. L’astio e l’arroganza spesso erano sopraffatti dal sentimento di sammarinesita’ che oggi molti sembrano aver smarrito. Certamente stiamo vivendo anni difficili soprattutto per i problemi dell’economia e del lavoro che si fa risentire su ogni categoria della società. La loro risoluzione non si ottiene sono con le risse o contrapposizioni rigide fra le parti, ma con il dialogo e il saper gestire con dignità e soprattutto con democrazia il mandato che il popolo assegna ora all’uno ora all’altro e non farlo diventare potere. Ormai è opinione diffusa che se un cambiamento s’ha da fare, come effettivamente è ora di fare, al quale nonostante le chiacchiere le promesse elettorali non è stata mai data attuazione, questo deve partire dopo aver fatto tesoro degli insegnamenti che i politici del passato ci hanno tramandato, ma che poi strada facendo in questi ultimi decenni sono stati mal interpretati e mal gestiti e che rischiano di portare la Repubblica al di fuori della sua innata indipendenza mettendone a rischio la sua stessa sovranità. Spesso per la sicurezza del pilota, perché la strada da percorrere sia meno accidentata, una occhiatina allo specchietto retrovisore dell’auto sarebbe di aiuto piuttosto che fidarsi ciecamente di ciò che si vede dal lunotto anteriore.

Paolo Forcellini