Dove sono le armi della diplomazia? (l’editoriale di David Oddone)

È notizia di queste ore: l’amministrazione Biden è vicina ad approvare la vendita di ben 50 aerei da combattimento F-15 di fabbricazione americana a Israele, in un accordo che dovrebbe valere più di 18 miliardi di dollari. La guerra insomma si normalizza a sfavore della diplomazia. A Gaza il bilancio dei morti è arrivato a oltre 30mila persone, vi sono 2 milioni di sfollati e non si contano i menomati. Lo stesso “Consiglio d’Europa” sembra diventato un “Consiglio di Guerra”. Noi, a San Marino, cosa facciamo come Università? Restiamo indifferenti? A proposito di Università, a Gaza non ce ne sono più, né si sa che fine abbiano fatto studenti e docenti. Sono le parole con cui il Rettore Corrado Petrocelli ha deciso di inaugurare l’anno accademico togliendosi l’Ermellino quasi come segno di lutto. Parole che il prof. Giuliano Amato nel corso della sua lezione magistrale ha detto di condividere. Ma sempre Amato ha poi proseguito rammaricandosi per come il green deal voluto fortemente dall’Europa abbia al momento fatto un grande buco nell’acqua. Una volta – ha affermato – non sarebbe successo, la politica avrebbe spronato i cittadini a fare sacrifici in nome di un obiettivo comune, in questo caso la salvezza dell’umanità, ed essi non avrebbero avuto dubbi sulla bontà di ciò che veniva loro richiesto. Nel caso del green deal dal 2019 ad oggi si è fatto poco o nulla. Lancio allora una fortissima provocazione. Giusto, anzi giustissimo salvare il pianeta dalle emissioni, ma è davvero impossibile non chiedersi se quell’Europa che domanda con forza di attuare politiche a salvaguardia dell’ambiente, sia la stessa che invia armi per sostenere un conflitto che a ben vedere sta falcidiando vite umane e distruggendo quel pianeta che a parole vorremmo proteggere. Dove sono le armi della diplomazia? Forse non saranno le parole a fermare lo zar e i suoi missili. Né la resa degli invasi può essere una opzione accettabile. Eppure ha ragione da vendere il Rettore Petrocelli, che togliendosi l’Ermellino ha detto di aver fatto un piccolo gesto, che invece a mio avviso è tanto più grande perché apre un interrogativo immenso sull’Europa che non solo vorremmo, ma che meritiamo. Bene parlare di green deal ma si parli anche di diplomazia foriera di vera pace perché è nel dna dell’Europa scongiurare i conflitti, anziché alimentarli. Il pianeta e gli uomini si salvano soprattutto smettendo di fabbricare e esportare armi. Sarebbe la fine di tutti i conflitti. Lo aveva ben scritto Einstein. Rimaniamo in attesa di una politica geniale che possa coglierne il messaggio.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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